Dare più lustro a Salvator Rosa
La statua di Salvator Rosa in Piazza Muzii, in formato mignon, non dà lustro al sommo artista, fiore all’occhiello dei Vomeresi.
Salvator Rosa, all’anagrafe Salvatore De Rosa, l’estroso e grande artista vomerese, il giovinetto della “Renella”, Salvatoriello per familiari e amici, è nato all’Arenella, nei pressi della chiesa di Santa Maria del soccorso, il 20 giugno del 1615, in una casa-masseria di proprietà del nonno. “L’Illustrazione Italiana”, una rivista settimanale del 20 ottobre 1876, in un articolo scritto in occasione della posa di una lapide sulla facciata di quella casa-masseria, perchè ne perpetuasse il ricordo dell’artista, scrive: “la casa con facciata dipinta di fresco, simile alle altre facciate delle altre case contigue, con le quali si allinea, formando il lato dritto di un lungo vicolo tortuoso del villaggio dell’Arenella presso Napoli. Il lato sinistro è chiuso da un muro basso, oltrepassato dagli alberi dei giardini, cui serve di cinta. Di fronte, allo sbocco del vicolo, una piazzetta e la Parrocchia del villaggio, ove lo stesso fu battezzato il 22 Giugno 1615”. Il vicolo dovrebbe essere via Enrico Mazzoccolo, continuazione della salita Arenella che, lasciando sulla destra la Chiesa del Soccorso, continua sulla sinistra, dopo la piazzetta. Il suolo fu acquistato il 2 dicembre del 1595 dal nonno Salvatore: “maestro di muro… il quale fu aiutato dai figli per la costruzione della sua dimora (…) consistente in un’entrata grande con un basso a mano sinistra,… un cortiletto scoperto, una stalletta,… quattro cisterne: due nel cortile e due nella masseria dove sono gli agrumi, un appartamento superiore consistente in una sola camera in piano con l’astrico a cielo,…“(Storico Ulisse Proto-Giurleo). Successivamente il vecchio Salvatore costruì una nuova camera sullo stesso “astrico a cielo” per il figlio Vit’Antonio e sua moglie Giulia Greco ed in quella camera nacque il nostro artista.
Quella casa- masseria, che nell’Ottocento era stata dichiarata monumento nazionale, fu demolita verso la fine del 1920, nel corso delle sistemazioni urbanistiche della zona e con essa fu sacrificata anche la lapide in onore del poeta, pittore e musicista, Salvator Rosa. Agli inizi degli anni trenta, a testimoniare che quel luogo aveva dato i natali al sommo artista, nello spazio antistante la parrocchia di Santa Maria del Soccorso, piazza Arenella, fu posta una statua in bronzo su un basamento scolpito da Emilio Franceschi. La statua fu ricavata da un bozzetto in gesso modellata da Achille d’Orsi nel 1871, bozzetto che oggi si trova all’Accademia delle Belle Arti.
L’effige scultorea del sommo artista sembra, però, non trovare pace. Infatti, nel 1963, dovendo lasciare il posto alla statua della Madonna, viene rimossa da piazza Arenella e trasferita in Piazza Muzii, dove è collocata tutt’ora, sotto gli alberi, spesso, invisibile agli occhi dei visitatori.
Napoli ha avuto la fortuna di concepire dal seno del suo popolo un così grande artista, personalità poliedrica ed originale del 1600, pittore, incisore, poeta e poeta di satire, filosofo, attore di teatro, musicista, pratico di alchimia, apprezzato, stimato ed osannato in tutto il mondo per la straordinaria potenza della sua pittura, anticipatrice di istanze romantiche.
L’effige scultorea di Salvator Rosa, in formato mignon in piazza Muzii, spesso nascosta dagli alberi, quando questi non vengono potati nel tempo stabilito, è espressione di poca dedizione e di poco riconoscimento del genio artistico di Salvator Rosa. Un invito alle istituzioni, dunque, affinchè, all’apprestarsi della primavera, periodo di rifioritura intensissima degli alberi nel nostro quartiere, si possa avere più cura del sito, intervenendo in maniera sollecita sulla potatura degli alberi. Un Intervento che potrà permettere ai vomeresi di apprezzare e, chissà, ricordare la grandezza di questo nostro conterraneo, che occupa nel panorama mondiale dell’arte un posto prestigioso, contribuendo a dare risalto alla città di Napoli che gli ha dato i natali.
Ersilia Di Palo
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