Vaccino? Speriamo sia pronto a settembre

Intervista alla specialista in malattie infettive Caterina Sagnelli
“Non bisogna allentare le misure di igienizzazione”
Pervenimus usque ad finem! (siamo arrivati alla fine) urlavano i gladiatori romani, per indicare la volontà di continuare a lottare. Parafrasando questi antichi motti, potremmo oggi esclamare “pervenimus ad Fasem 2!” del Covid-19. Ma cosa significa? Possiamo tornare alle normali abitudini di vita o dobbiamo cambiare approccio verso il prossimo?
Lo chiediamo alla specialista in malattie infettive dell’Università degli Studi della Campania “Vanvitelli”, Professoressa Caterina Sagnelli.
“Il problema principale è che si stanno allentando le misure di igienizzazione delle mani, l’utilizzo corretto della mascherina e la distanza di sicurezza. L’incoscienza con cui si affronta la Movida è sconcertante. I giovani spesso non vivono soli, ma con parenti in età anziana e con co-patologie, che sono un fattore di rischio importante per la gravità dell’infezione da COVID-19. Bambini e ragazzi giocano un ruolo determinante nella diffusione della malattia, per la popolazione dai 50 anni in su. Dobbiamo riprenderci la nostra vita, ma nel rispetto degli altri”.
Alcune persone ritengono che questo cambio di passo sia stato troppo rapido e restano disorientate. Ma ci sono ancora norme da rispettare.
“Bisognerebbe aiutare le Istituzioni segnalando, tramite foto, app o altro, chi trasgredisce le norme. Con qualche multa in più la mascherina si indosserebbe meglio. Riprendere una singola persona non basta, ti rispondono male ed a volte anche in modo aggressivo”.
Come giudica a livello medico scientifico questa terribile esperienza?
I medici dei reparti COVID-19 hanno rinunciato a vivere con i propri affetti per non contagiarli, dato l’alto rischio professionale.
Siamo stati definiti eroi quando servivamo, ora molti si sono già dimenticati di noi. Abbiamo fatto turni, anche non pagati, per non far crollare il sistema. Considerando che il problema COVID sarà presente almeno per un altro anno, come categoria ci sentiamo avviliti, abbandonati.
Come ritiene abbia retto il servizio sanitario regionale?
“È stata una situazione inaspettata ed improvvisa. La riduzione dei posti letto per i casi acuti e per la terapia intensiva non ha aiutato. Nel reparto di Malattie Infettive della Azienda ospedaliera universitaria “Vanvitelli”, ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo costruito un reparto COVID-19 quasi dal nulla, con entusiasmo. Siamo riusciti a non perderci d’animo, pensando che quella stanza del paziente poteva essere la nostra. I numeri italiani dei pazienti COVID-19 in rianimazione e dei ricoverati, ci fanno capire che il servizio sanitario regionale non poteva essere preparato, certo è stato fatto tanto, ma per decine di morti è stato troppo tardi. Altre epidemie come la SARS (2002) e la MERS (2012) sono state campanelli di allarme che hanno toccato anche il nostro Paese: sarà necessario per il futuro formare il personale sanitario alle misure di isolamento straordinario”.
Si possono fare previsioni sulla recrudescenza del contagio in autunno?
“Difficile fare previsioni, considerando che ancora molto poco si sa sul virus. Resta il fatto che è molto contagioso. Ogni giorno si pubblicano nuovi studi e casi clinici. Nel frattempo, poichè in Campania ci sono ancora casi e ci sono modalità di comportamento incoscienti, ci aspettiamo purtroppo una seconda ondata. Finché il vaccino non sarà disponibile, possiamo solo adottare misure contenitive. Sarà fondamentale la vaccinazione antinfluenzale in tutte le fasce di età, per ridurre il numero di ricoveri per influenza, e facilitare la diagnosi di COVID-19. Perchè, fino all’esito del tampone, tali soggetti con sintomi simil-influenzali andranno gestiti come “sospetti Covid”.
È possibile prevedere la data di registrazione del vaccino?
“Studi volti a sviluppare vaccini SARS-CoV-2 sono condotti in diversi paesi (Cina, Australia, USA). I tentativi in corso riguardano vaccini con virus inattivati o attenuati. La proteina Spike S è l’antigene più promettente. La sperimentazione animale per alcuni vaccini contro SARS-CoV-2 è già iniziata, mentre in USA è partito un trial su uomo adulto e bambino, che sembra garantire una buona produzione di anticorpi neutralizzanti. Considerando che la maggior parte della popolazione mondiale dovrà essere vaccinata, è prevedibile che tutti i vaccini che si dimostrano efficaci nella neutralizzazione della SARS-CoV-2 saranno utilizzati. I tempi previsti sono novembre, se non l’anno nuovo”.
Quanto ha inciso la sperimentazione avviata dall’istituto Pascale con l’utilizzo del farmaco contro l’artrite reumatoide, nella diminuzione dei decessi da Covid 19?
“La massima attenzione è stata rivolta ai trattamenti terapeutici di gravi complicanze secondarie alla cd. “tempesta di citochine”. Ai pazienti nelle fasi avanzate di COVID-19 è stato somministrato il farmaco anti-IL6 tocilizumab, anticorpo monoclonale in grado di bloccare la risposta infiammatoria, causata da malattie reumatiche, artrite reumatoide e dall’immunoterapia, può indurre però reazioni avverse nei pazienti anziani, mentre il Siltuximab, farmaco con lo stesso recettore bersaglio, induce meno frequenti e gravi reazioni avverse”.
Ritiene possibile che i numeri reali del contagio siano maggiori di quelli comunicati alla cittadinanza, a causa di insufficienti tamponi eseguiti?
“Noi oggi vediamo ancora solo la punta di un iceberg; il sommerso degli asintomatici è ancora un serbatoio”.
Il coronavirus è un virus naturale propagatosi all’uomo per zoonosi tra diverse specie animali?
“Il coronavirus può infettare l’uomo e molte specie animali. L’infezione a Wuhan è stata associata all’esposizione al virus nel mercato dei frutti di mare, suggerendo una zoonosi.
Attualmente, non ci sono prove certe che suggeriscano un ospite specifico nella fauna selvatica, ma si ipotizza il pipistrello, secondo studi di epidemiologia molecolare”.
Marcello Ricciardi
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