Finita l’estate è bastato poco per essere catapultati immediatamente nella nuova stagione. Pochissimo. Una prima pioggia è sembrata un uragano in una città che vive la pioggia come un’emergenza, sempre. Scuole chiuse, alberi che cadono lungo le strade e nei parchi, rami pericolosi che volano, cornicioni dei palazzi e costruzioni abusive che crollano pericolosamente. Feriti o morti è, spesso, solo questione di fortuna o sfortuna. In queste condizioni non si può parlare di incidenti o fatalità, ma di trascuratezza con evidenti responsabilità nella cura del verde pubblico e dei palazzi. In queste condizioni sembra quasi inutile parlare della fruibilità dei parchi, che ci è tanto cara, se non si riesce nemmeno a garantire un minimo di sicurezza. Lo sblocco di alcuni fondi per la riqualificazione dei parchi municipali apre uno spiraglio. Speriamo possano essere utilizzati bene, con soluzioni non temporanee, ma strutturali.

Ma l’autunno porta con sé anche la paura per la seconda ondata del covid-19. Aumenta l’allerta. Aumentano le misure restrittive, aumenta anche una comunicazione, istituzionale e mediatica, che di sicuro non lascia sereni. Così i provvedimenti atti a contenere la diffusione non si fanno attendere. L’obbligo dell’uso delle mascherine all’aperto è solo uno degli interventi più eclatanti. Subito è stato, infatti, seguito da un’ordinanza regionale che ha disposto l’obbligo di tampone nell’aeroporto di Capodichino per chi rientra dall’estero. Ma il timore più grande è quello di un nuovo lockdown che il Governatore De Luca, appena riconfermato, minaccia di attuare nel caso in cui la linea del contagio continui a salire. Un modo per mettere anche i cittadini di fronte alle proprie responsabilità, il rispetto delle norme è, infatti, il primo strumento di lotta al virus per ridurne la diffusione o almeno frenarla.

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