PICCOLI SCRITTORI CRESCONO
La cultura al Vomero secondo Antonella Cilento
Antonella Cilento, scrittrice e vomerese di confine, è sicura che il quartiere collinare «per un certo periodo aveva perso la sua identità più autentica, quella culturale. Chiudevano le librerie, prima Guida e poi Loffredo e Fnac, e aprivano negozi di patatine fritte e magazzini di vestiti. Adesso siamo tornati a essere quello che eravamo. Hanno aperto nuove librerie, c’è un fermento culturale in ripresa. “In questi anni io e la mia associazione culturale ‘Lineascritta’ abbiamo resistito e abbiamo compiuto ventisei anni, tutti rigorosamente in una sede vomerese, svolgendo attività per aspiranti scrittori.
Quest’anno collaboriamo anche con il Master in Scrittura ed Editoria realizzato con l’Università Suor Orsola Benincasa”. Se il cuore pulsante della creatura della Cilento è al Vomero, è anche vero che organizza attività in altre città italiane, Roma, Verona, Milano e in videoconferenza partecipano dalla Svizzera italiana, dalla Francia, dalla Spagna, da Malta, dall’Olanda, dalla Germania, dal Giappone. Il romanzo storico è uno degli argomenti più cari alla stessa Cilento. Ma perché è così affascinante scrivere romanzi storici? Non è più facile sedersi al tavolino e inventare intrecci e personaggi? “Per scrivere del passato è necessario consultare fonti e investire tempo nelle ricerche. Sembra che così si vada lontano da sé stessi. A volte, però, non bisogna trascurare che fonti e ricerca servono anche per scrivere dei nostri nonni o di quando eravamo scolari. Ogni racconto o romanzo, a modo suo, può essere ‘storico’”. Si può insegnare a scrivere questo genere di romanzi? «Fondamentali sono l’ispirazione che viene dalle fonti, la suggestione che viene dal passato e le tecniche che servono per articolare le storie, questo vale per tutte le storie, anche quelle ambientate l’anno scorso».
La scrittura può anche essere un dono di natura, e in questo caso è bene individuarla fin da quando si è il piccolo Buddha letterario. Così Antonella Cilento spiega come siano importanti per i bambini l’immaginazione e la creatività, attraverso la pratica della scrittura e della lettura, l’apprendimento delle tecniche base della narrazione, la costruzione di storie e la conoscenza di differenti generi letterari come la fiaba, il noir e il racconto fantastico. La domanda più scontata, a questo punto, è: scrittori si nasce o si diventa? “Il talento non si insegna, si insegnano l’allenamento e la forza di volontà, gli apparati tecnici ed emotivi.
Prima si comincia e prima si può far tirar fuori, se c’è, qualcosa che assomiglia al talento. Ma ci vuole prima di tutto tanto esercizio.
Da bambini a chi ci racconta storie facciamo molte domande. Gli scrittori sanno, come scrive Edward Morgan Forster, che le storie iniziano quando passiamo dalla domanda ‘e poi?’ a quella di ‘e perché?’. È importante farlo capire anche ai bimbi».
Ugo Cundari
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