Al Teatro Salvo D’Acquisto il varietà SLA…cciamoci

Sono circa cinque milioni oggi in Italia i malati di Sla (Sclerosi laterale amiotrofica), conosciuta anche come morbo di Lou Gehrig dal nome del giocatore americano di baseball che contrasse la malattia nel 1939. Si tratta di una malattia neurodegenerativa che, pur bloccando progressivamente tutti i muscoli, non inibisce la capacità di pensare e di comunicare con gli altri. Aspetto, quest’ultimo, che rende ancor più drammatica la condizione in cui versano i malati di Sla che hanno piena coscienza della graduale degenerazione della malattia. Tante famiglie italiane affrontano oggi il dramma della Sla, al fianco dei familiari ammalati, con fiducia nella ricerca e grande coraggio. L’irrompere della malattia, infatti, comporta profondi cambiamenti negli stili di vita della famiglia ma, soprattutto, richiede un’assistenza specializzata, legata all’utilizzo di strumenti tecnologici che consentano al malato di continuare a vivere un’esistenza dignitosa. E proprio per rispondere alla richiesta di assistenza qualificata che, il prossimo 19 aprile alle ore 18 presso il Teatro Salvo D’Acquisto in Via Morghen, Aurora Giglio presenterà il suo ultimo varietà, “SLA…cciamoci”. Durante lo spettacolo, che vedrà la partecipazione straordinaria di Carlo Croccolo, si esibiranno sul palco trenta allievi danzatori provenienti dalle più importanti scuole di danza napoletane. L’orchestra sarà diretta dal maestro Vittorio Cataldi mentre, all’interno della compagnia, sarà presente l’attore Vittorio Salvetti. L’intero ricavato della serata (che avrà il patrocinio della V° Municipalità) sarà destinato alla realizzazione di corsi di formazione per addetti ai malati di Sla. Gli assistenti specializzati, che verranno formati all’utilizzo dei macchinari di cui necessitano i malati di Sla, verranno poi inseriti in un apposito indice, tenuto presso la V° Municipalità, e messo a disposizione dei richiedenti assistenza. Lo spettacolo del 19 aprile è stato organizzato e promosso dalla onlus “Salotto Giglio” che intende, in tal modo, coniugare attività culturali e iniziative di carattere umanitario. Nata nel 2014 per volontà di Aurora Giglio (“la Signora della Posteggia”, secondo l’autorevole definizione di Pietro Gargano) con la preziosa collaborazione di Laura Ausilio e Lucia Grimaldi, l’associazione “Salotto Giglio” vuole diventare un centro studi permanente sulla canzone classica napoletana con particolare riferimento all’arte della posteggia, di cui intende recuperare la tradizione e gli antichi testi. “La posteggia- racconta Aurora- si caratterizza come spettacolo estemporaneo, acustico e rigorosamente a richiesta. Viene effettuata al tavolo, dove gli avventori richiedono l’esecuzione del testo al posteggiatore. E’, insomma, uno spettacolo per poche persone che mira a creare empatia tra avventore e cantante>>. L’estemporaneità della scaletta, lasciata alla libera scelta dell’avventore, comporta per il posteggiatore la conoscenza del più alto numero di canzoni possibile “Personalmente – continua Aurora – sono in grado di soddisfare la stragrande maggioranza delle canzoni richieste dai clienti. Ne conosco a memoria ben quattrocento…”. La formazione classica per la posteggia è composta da tre persone, ma l’intera compagnia del “Salotto Giglio” è formata da ben venti musicisti professionisti che accompagnano con strumenti acustici (mandolino, violino, chitarra) la voce di Aurora.
“Stiamo provando a recuperare gli antichi testi della posteggia, in particolar modo dalla fine dell’ottocento fino al 1950. Lo stiamo facendo grazie al prezioso aiuto di alcuni cultori di quest’arte (Pietro Catauro, Ciro Daniele e Antonio Raspaolo) che con le loro biblioteche private ci stanno fornendo un prezioso contributo”. La storia della posteggia non può prescindere dalla figura di Giovanni Quintiliani, l’ultimo grande posteggiatore napoletano nonché maestro di Aurora Giglio. “E’ stato lui-ricorda Aurora- a trasmettermi l’arte della posteggia, aiutandomi a completare il mio percorso musicale. Sono diplomata al conservatorio e ho sempre avuto una passione per l’etno-musicologia. E proprio studiando l’etno-musicologia ho avuto modo di comprendere, nel tempo, che la lingua madre dei napoletani non scaturiva dalla tammurriata, bensì dalla canzone classica napoletana”. E per avvicinare i napoletani alla cultura musicale partenopea, il “Salotto Giglio” propone, presso la sede di Via Bosco di Capodimonte 81, corsi di formazione ed incontri-spettacolo che consentono agli spettatori di interagire e partecipare attivamente. “Cerchiamo, in tal modo, di far riscoprire ai napoletani il grande patrimonio culturale rappresentato dalla canzone classica e dall’arte della posteggia. Un patrimonio da preservare e divulgare anche tra i più giovani”
Giuseppe Farese
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