“Certificato antimafia per i nuovi negozi”
Saracinesche abbassate per sempre. Marchi storici che chiudono i battenti dopo decenni di attività. E al loro posto bar, pizzetterie, improbabili e improvvisati outlet che iniziano e terminano la loro attività nel giro di un trimestre.
La crisi del commercio napoletano, in particolare di quello della zona collinare, è un dato reale attestato dai numeri delle associazioni di categoria, le stesse che si interrogano sulla origine dei capitali investiti dalle società che occupano i posti lasciati vuoti.
“Ci vuole il certificato antimafia all’atto della richiesta della licenza commerciale – dice Enzo Perrotta, il presidente del Centro commerciale Vomero Arenella – cosi come avviene per le ditte alle quali vengono affidati lavori all’apertura di un cantiere; sarebbe bene che le istituzioni siano certe della trasparenza delle persone cui si affidano le autorizzazioni alla vendita. Questa è la proposta che a breve andremo a formulare alla amministrazione comunale”. Basta farsi una passeggiata per rendersi conto dello stato delle cose. Solo nel tratto di via Scarlatti che va da via Morghen a piazza Vanvitelli ci sono ben nove negozi chiusi. “Che diventeranno dieci fra tre mesi – specifica Perrotta –perché sappiamo che anche un altro andrà via”. I motivi, stando alla analisi del presidente dei negozianti della quinta Municipalità sono un esorbitante aumento dei costi di affitto (fino a undici mila euro mensili per un locale con due vetrine) che la riduzione degli introiti non riesce a compensare.
Ma, andando un po’ più indietro nel tempo, anche alla liberalizzazione delle licenze volute dal governo Bersani.
“Siamo partiti da 1862 affiliati – conclude Enzo Perrotta – al 26 agosto eravamo a 1775 e solo nel mese di gennaio 2013 altri sei commercianti non hanno rinnovato l’iscrizione alla associazione. Bastano questi numeri a rendere l’idea di quello che sta succedendo?”
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