Dopo il “caffè sospeso”, a Napoli c’è il “sindaco sospeso” E ora si rischia di sospendere la città
L’EDITORIALE DI ALESSANDRO MIGLIACCIO-
Nel Paese in cui nessuno si dimette, anche il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, vomerese doc, non rassegna le dimissioni ma viene sospeso temporaneamente. Come previsto dalle legge Severino e come annunciato dal ministro Angelino Alfano, mercoledì 1 ottobre il prefetto di Napoli ha sospeso Luigi de Magistris dopo la condanna ricevuta dall’ex magistrato ad un un anno e tre mesi nel processo “Why not”. Una procedura lampo visto che il dispositivo della sentenza del Tribunale di Roma era stato trasmessa una settimana prima. La sospensione prevista dalla norma è di 18 mesi, ma nessun commento è arrivato da parte dell’ex magistrato, dopo una giornata di dichiarazioni durissime, perché il provvedimento, che era atteso, sarà poi impugnato davanti al Tar. Il primo cittadino è stato in riunione con gli assessori della Giunta comunale. I quali hanno espresso “piena fiducia nel sindaco sottolineando “l’importanza della massima compattezza per proseguire, nel solco della continuità, l’attività di governo, con l’assoluta convinzione che il periodo della sospensione sarà breve“.
Nelle ore precedenti alla sospensione, però, in varie interviste a tv e giornali locali il sindaco di Napoli aveva lanciato dichiarazioni al vetriolo e sull’eventualità di una sospensione, aveva spiegato: “se verrò sospeso farò il sindaco di strada e sarò così più vicino ai cittadini”, ribadendo che la condanna nell’ambito dell’inchiesta “Why Not”, è “un’ingiustizia clamorosa. “Vengo condannato per aver fatto il mio dovere”. “Se non fossi stato un uomo delle istituzioni avrei fatto ben altro di fronte ad una vergogna di Stato di questa portata”, continua il sindaco di Napoli.
Ancora sull’inchiesta Why Not, de Magistris dichiara che “pezzi deviati dello stato me l’hanno giurata a morte, e non si fermeranno fino a quando non mi avranno distrutto come uomo”. Anche sulla privatizzazione dell’acqua, De Magistris afferma di aver “detto no ad un sistema affaristico ed è per questo che non mi dimetto:
ho il dovere-diritto di far capire ai miei concittadini qual è la partita in gioco a Napoli e in Italia”.
E a proposito del sostegno dei cittadini napoletani, de Magistris spiega di essere “commosso per la loro vicinanza” e che “c’è una distanza tra il Paese legale e quello reale: il paese reale, i cittadini napoletani, stanno capendo la posta in gioco”.
Sui crolli a Napoli, de Magistris fa sapere che “ci sono delle novità importanti: con il bilancio approvato a 24h dalla mia condanna sono state messe a disposizione risorse per rafforzare e migliorare un’attività che stiamo già mettendo in campo”. Ma ci sono i “poteri forti” che provano a rovinare i piani: “nel mio caso i poteri forti sono rappresentati da un sistema criminale e a dirlo non sono io ma i magistrati stessi”.
Ovviamente, sulle elezioni 2016, de Magistris non ha altro da dire se non che lui si ricandiderà: “farò la campagna elettorale contro tutti, anche contro Cecchi Paone”. Mentre su Bagnoli ribadisce che “non si è mai visto un sindaco che ha ordinato ai poteri forti di risarcire i cittadini”. Sul Patrimonio dichiara che “prima era affidato ad un imprenditore, mentre adesso abbiamo eliminato l’esternalizzazione”. E poi ecco di nuovo il ritornello: “Non si fermeranno fino a quando non mi avranno distrutto”. Il sindaco di Napoli ripete più volte questa affermazione senza specificare di chi stesse parlando ma chiarendo ancora una volta di non avere nessuna intenzione di dimettersi. Però, quando era magistrato, lui era stato il primo a sostenere che i vari condannati (uno su tutti Silvio Berlusconi) avrebbero dovuto dimettersi dalle loro cariche in quanto condannati, anche se in primo grado. Ora, Luigi de Magistris, guarda caso non sembra pensarla più così. Ad ogni modo, al di là di questo aspetto, per i cittadini sarebbe meglio che il sindaco rimanesse al suo posto, a portare avanti gli impegni assunti ed avviti nel corso del suo mandato.
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