EXIT STRATEGY PER L’ARTE
Dal Vomero parte un percorso di arte diffusa attraverso cinema e teatri.
UN VIAGGIO CHE ACCENDE L’ATTENZIONE DEGLI SPETTATORI SULLE SALE CINEMATOGRAFICHE E TEATRALI DANDO LA POSSIBILITÀ A GIOVANI ARTISTI EMERGENTI DI ESPRIMERE IL PROPRIO ESTRO CREATIVO
Il 20 febbraio è partito il progetto Exit Strategy per Napoli. Un itinerario artistico diffuso per la città, dove a causa della pandemia, da un lato, sono state spente le luci dei palcoscenici teatrali e delle sale cinematografiche e dall’altro, sono state sospese le mostre d’arte in gallerie pubbliche e private. Exit Strategy nasce, quindi, per coniugare due esigenze: dare la possibilità a giovani artisti di esprimere il loro estro creativo e ai cinema e teatri riaccendere le vetrine esterne per ospitare queste installazioni. Vomero Magazine ha incontrato il curatore di questa mostra diffusa, Lucas Memmola, che con il coordinamento di Matteo Mirra, ha realizzato il progetto.
Come nasce l’idea di mostra diffusa ? Passavo spesso davanti al cinema Arcobaleno, e mi rattristava vederlo chiuso e senza vita. In particolare ciò che più mi turbava erano le vetrine vuote che sono di per sé luoghi espositivi, superfici pensate per comunicare. Da qui mi è venuta l’idea di riempirle di vita, d’arte, nel rispetto chiaramente delle regole imposte dalla pandemia. Infatti le vetrine sono poste per strada all’esterno dei teatri e quindi sarebbe stato possibile fruire dell’opera sia di giorno che di notte senza orari di apertura o chiusura.
Il progetto Exit Strategy si è realizzato in due step, quali? Inizialmente, a gennaio, mi è stato concesso l’utilizzo di una vetrina dell’Arcobaleno, per la mia installazione dal titolo ”2049”.
L’istallazione rappresenta un fiore giallo sull’asfalto grigio, una citazione ripresa dal film Blade Runner 2, che si apre con un paesaggio apocalittico e privo di vita, tranne che per un fiore, giallo appunto, che stranamente è spuntato dall’asfalto e simboleggia la vita. Successivamente, e grazie alla collaborazione di Matteo Mirra, siamo riusciti a coinvolgere altre strutture al Vomero e al Centro, in tutto 8 luoghi di cultura per 9 artisti. Una costellazione di opere d’arte che accende le luci su alcuni luoghi di cultura. Così a partire da sabato 20 febbraio e fino al 20 marzo sarà possibile ammirare 9 opere d’arte all’esterno di otto luoghi di cultura: i Cinema Arcobaleno, Filangieri, Plaza e Vittoria e i Teatri Augusteo, Diana e Totò.
Qual’è l’elemento che accomuna le installazioni dei diversi artisti?Abbiamo scelto di indagare assieme vari aspetti di questo anno di pandemia, la minaccia, la reclusione, il tempo sospeso, ma anche la voglia di ribellione alla passività e ognuno degli artisti ha scelto di rappresentarne un’aspetto. Sarebbe qui molto lungo spiegare tutte le opere in esposizione, ma, ciascuno con buona dose di curiosità potrà, con l’aiuto di uno smartphone, recarsi presso queste vetrine e inquadrare il QR code di ciascuna opera e approfondire la conoscenza dell’autore ed il significato dell’opera. Certo il contatto diretto con gli autori sarebbe tutt’altra cosa, ma in un momento come questo ci sono regole che devono essere rispettate. Ci saranno tempi migliori e nuove opportunità sia per noi artisti che per i teatri ed i cinema che ci ospitano.
Ecco le sale che hanno aderito e le opere esposte: -teatro Diana, con l’installazione di Serena Petricelli dal titolo “Ricordi?”
-teatro Sannazzaro, con l’installazione di Clarissa Baldassarri dal titolo “369 Km”
-teatro Augusteo, con l’installazione di Dafne y Selene dal titolo “Dov’eri?”
-teatro Totò, con l’installazione di Mary Baldassarre dal titolo: “Sold Out”
-cinema Arcobaleno, con l’installazione di Lucas Memmola dal titolo “2049”
-cinema Plaza, con le installazioni di Carmela De Falco dal titolo Camminando con i lacci legati e-cinema Plaza, con l’installazione di Collettivo DAMP dal titolo “Tautologia”
-cinema Filangieri, con l’installazione di Gabriella Siciliano dal titolo ”Bathroom Dance”
-cinema Vittoria , con l’installazione di Andrea Bolognino dal titolo: “Dove l’ombra insorge”
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