I figli non sono voti
Niente di piú vero. Eppure dentro ai voti qualcuno ce li infila.” Mi fa piacere riportare un ampio stralcio di una lettera di una mamma che mi è giunta tramite i social: “Giorni di pagelle elettroniche e scrutini. Ore di attesa e agitazione. L’uscita dei risultati è una catena di Sant’ Antonio perfettamente riuscita. Parecchi di noi, e per noi intendo i genitori, si stanno tormentando per l’anno perso. Una rimandatura, un cinque che poteva essere sei, e così via. Ci sentiamo pessimi e ci chiediamo cosa potevamo fare di più. Dove abbiamo sbagliato. Niente. Vorrei parlarvi con il cuore in mano, il cuore di chi ha due figlie con disturbi d’apprendimento. C’é speranza per tutti. Se date fiducia ai vostri figli. I figli non sono voti. Dovremmo ricordarcelo in un caso o nell’altro. Dá lí si parte. Chi é giá arrivato si é perso. Siate felici di voi, e dei vostri figli. Nonostante la scuola, il resto é esistenza”.
La lettera era molto più lunga e fa capire bene la sofferenza che un sistema di valutazione come quello della scuola può dare. Ormai sono diversi anni che mi occupo dei temi inerenti ai DSA: disturbi dell’apprendimento e dai genitori sto imparando molto più che da alcuni professionisti e dai docenti. Vorrei ricordare Don Lorenzo Milani, di cui ricorrono i 50 anni dalla morte. Egli fu mandato in esilio a Barbiana punito dalla chiesa di allora. Lì nelle campagne toscane, incontrò gli ultimi degli ultimi, dei contadini analfabeti che coltivavano delle terre che non erano di loro proprietà.
Don Milani apparteneva ad una ricca famiglia, alla quale non mancava nulla, aveva anche una sua istitutrice privata, cosa riservata agli aristocratici.
Lui fece una rivoluzione in primis sulla sua persona, e iniziò ad occuparsi dei ragazzini più poveri già da subito, addolorato per non essere capito, fu oggetto di diverse vessazioni, sia da parte ecclesiastica che civile, ma non si arrese. Barbiana era una punizione. Ma lui fu capace di trasformare la sua casa in una scuola. Insegnando il potere della parola. Papa Francesco lo ha definito “abbracciato alla croce“, ‘un Prete che si sporca le mani’. Michele Gesualdi uno dei primi ‘alunni’ della scuola di Barbiana ricorda che non c’era neanche la luce e Don Milani invitò le famiglie a rinunciare alle braccia dei loro figli per dare loro un futuro migliore. Eraldo Affinati, scrittore condidera la scrittura collettiva di ‘lettere ad una professoressa’ una denuncia aperta: “Pierino e Gianni, uno ricco di famiglia l’altro svantaggiato ed entrambi prendono sei: non possiamo mettere sullo stesso piano queste due sufficienze, Pierino ricco di famiglia già parte 20 metri avanti a Gianni figlio dei fattori. Quindi il compito degli insegnanti è premiare il movimento di questi due bambini prima che il traguardo”. La scuola di oggi, anche nei confronti dei ragazzi con DSA è ancora manchevole. Allora si comprende meglio il disagio del giudizio nei confronti di questi ragazzi.
Francesco Bianco logopedista
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