La Terza Classe: folk napoletano
Da via Scarlatti agli Stati Uniti, il segreto di un successo
Via Scarlatti ormai è da qualche anno sede “naturale” per l’esibizione di suonatori, cantanti, musicisti. Eppure tra i gruppi che fanno musica originale quasi nessuno poi intraprende un percorso di crescita professionale. Eccezione è rappresentata da “La terza classe”, i cui componenti riconoscono che “il Vomero è stato il nostro trampolino di lancio, via Scarlatti il nostro cantiere. Il rapporto diretto con la gente che ti ascolta e ti paga solo se gradisce, è fondamentale”. Ma per capire bene di chi stiamo parlando, una piccola storia è doverosa.
Era un fine settimana dell’ottobre del 2012, clima ancora estivo, e a via Scarlatti si diedero appuntamento sette musicisti, sconosciuti fino a quel momento. Dopo le prime note, però, si capì che quel gruppo faceva una musica diversa dal solito e avrebbe fatto strada. Allora non avevano ancora un nome, poi dopo qualche settimana lo hanno scelto quasi per caso, “La terza classe”. Se chiedi al suo chitarrista, Pierpaolo Provenzano, il perché di questo nome, la risposta fa sorridere: “Durante una delle nostre prime apparizioni in pubblico, una persona ci confessò che gli ricordavamo la band che suonava nella terza classe del Titanic e, a pensarci bene, è una notazione molto corretta. Nella terza classe del Titanic suonava una band di irlandesi che andavano in America per portare la loro musica, musica che poi sarebbe diventata il folk”.
Provenzano & company sono appena tornati dalla Germania, dopo un lungo viaggio musicale e una serie di esibizioni che hanno registrato sempre il sold out. Partendo da via Scarlatti la band è arrivata a muoversi in giro per il mondo, con tournée negli Stati Uniti, dalla Carolina del Sud al Texas, ma anche in molti paesi dell’Europa, dalla Francia all’Olanda al Belgio. Ma è soprattutto in America che i giovani musicisti hanno trovato le prime conferme importanti. Qui sono stati ospiti d’onore in numerosi festival, hanno partecipato a trasmissioni radiofoniche, hanno collaborato con Jim Luaderdale e hanno avuto l’occasione di suonare per tre anni consecutivi durante lo show televisivo «Music City Roots», a Nashville, oltre al celebre «Live Oak Music Festival», a Austin. Da questa esperienza, iniziata ormai tre anni fa, la band ha prodotto un documentario vincitore del Napoli Film Festival 2016 per la sezione “Schermo Napoli Doc”, girato da Ugo di Fenza e montato a Napoli da Paolo Ielpo. La pellicola ha per titolo “Flat Tyre – An American Music Dream” e racconta del primo viaggio intrapreso negli Usa alla scoperta delle radici della musica folk americana.
L’agenda della band è quindi diventata sempre più fitta. Il prossimo appuntamento è previsto il 28 ottobre, con un concerto a piazza Garibaldi, nell’ambito di una rassegna di benvenuti musicali ai turisti, che vedrà coinvolti i luoghi di transito della città, dalla stazione al porto all’aeroporto, i punti di massima affluenza dei viaggiatori. Poi, a novembre, un piccolo tour campano che comincerà da Avellino.
Piace il sound di “La terza classe”, che consiste in un folk di matrice anglosassone con contaminazioni internazionali, senza limiti o barriere di sorta, compreso qualche arrangiamento mediterraneo. Quasi una lezione di filosofia, oggi che il mondo procede verso la costruzione di barriere e muri. Infatti, i ragazzi spaziano dal bluegrass del Kentucky al dixieland, o early jazz, degli stati del Sud. “A questo, però, abbiniamo l’ingrediente segreto di una napoletanità comunicativa basata sulla teatralità e sull’espressività, e qualche volta le note di una tammurriata entrano prepotenti in una melodia che nasce anglosassone” prosegue Provenzano. Proprio questo mix appare come uno dei segreti del loro successo, anche all’estero, dove sono spesso acclamati da emigranti mossi dalla voglia di sentire di nuovo il profumo della loro terra. D’altra parte i ragazzi – oltre a Provenzano, Enrico Catanzariti alla voce e alle percussioni, Rolando Maraviglia al contrabbasso e alla voce, Corrado Ciervo al violino – hanno un’età compresa tra i ventisette e i trentuno anni e di strada da fare ancora ne hanno. Eppure hanno già collezionato due prodotti. Il primo nel 2013, un Lp autoprodotto, “Ready to Sail”, che ha venduto poco più di duemila copie in esibizioni di strada. Nel maggio dell’anno scorso è poi uscito il Cd “Folkshake”, realizzato insieme alla casa editrice “Ad est dell’equatore” e distribuito tramite Amazon, Spotify e iTunes, contenente otto brani, a cominciare dall’inedito “Paulina”, promosso dall’uscita del primo videoclip ufficiale della band e utilizzato da Sky Sport come soundtrack per alcuni spot. Oltre all’attività musicale, in Italia «La terza classe» ha anche partecipato ad alcuni programmi televisivi, per lo più prodotti da Sky Arte, come «On the Road» con Joe Bastianich, fino alla partecipazione, all’edizione 2106 di “Italia’s Got Talent”.
Ugo Cundari
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