Occhio alle etichette per una spesa di qualità
n questo, ormai lungo, periodo di “terrorismo” alimentare dove si richiede al consumatore di stare attento a cosa compra, cosa mangia, le aziende hanno dato una pronta risposta, una “forte” rassicurazione, scrivendo a chiare lettere sulla confezione cosa NON è presente all’interno del loro prodotto. È cosi, che seguendo la moda del momento, o per meglio dire l’alimento incriminato del momento, si riempiono le confezioni di scritte come “senza olio di palma”, “no Ogm”. Ma solo questo può bastare? Assolutamente no. Le affermazioni che troviamo in bella vista sulla confezione non ci dicono tutto. Per sapere cosa stiamo per mangiare è necessario imparare a leggere le etichette che troviamo, generalmente, sul retro della confezione. Un’etichetta a norma di legge deve contenere: la denominazione di vendita, l’elenco degli ingredienti, gli additivi, il quantitativo, il termine di scadenza e la modalità di conservazione e di utilizzo, il produttore ed il lotto di appartenenza del prodotto. L’aspetto sul quale ci soffermeremo è la lista degli ingredienti. Quest’ultima deve essere stilata in base alla quantità in ordine decrescente, quindi il primo ingrediente sarà quello maggiormente presente. Se invece sull’etichetta viene riportata la dicitura “in proporzione variabile” significa che nessun ingrediente è prevalente rispetto agli altri. Quando, invece che con il loro nome specifico, gli ingredienti sono segnalati con un nome generico significa che non è stata utilizzata la qualità migliore. Tra gli ingredienti possono esserci anche gli aromi. Attenzione, se sulla confezione compare soltanto la dicitura “aromi” significa che si tratta di aromi artificiali prodotti in laboratorio. Non c’è modo di sapere esattamente di cosa si tratta, perché potrebbe anche essere utilizzata una miscela composta da decine di altre sostanze. È quindi sempre meglio preferire i prodotti che contengono “aromi naturali”. Gli additivi invece sono sostanze che la legge italiana autorizza solo per alcuni alimenti ed in quantità ben precise. Si tratta dei famosi coloranti, emulsionanti, edulcoranti ed antiossidanti. Ne esistono tantissimi e ad ognuno è attribuita una sigla (ad esempio E100, E200, etc.) che può essere però anche sostituita con la dicitura esatta dell’additivo. Anche se autorizzati, è meglio scegliere i prodotti con la più bassa quantità di additivi. Nella categoria degli edulcoranti, più comunemente chiamati dolcificanti, bisogna far attenzione a quelli artificiali. Spesso sui prodotti troviamo la dicitura “senza zucchero” che sembra tranquillizzare molte persone. In realtà è meglio un prodotto con poco zucchero che uno dolcificato artificialmente. Alcuni studi hanno dimostrato che i dolcificanti artificiali alzano di più la glicemia, provocando un aumento del rischio di diabete e obesità. Per quanto riguarda invece i grassi, il più chiacchierato del momento è l’olio di palma, olio vegetale presente in tantissimi prodotti alimentari, tra cui merendine, biscotti, passati di verdura, patatine, fette biscottate, etc. Molti produttori hanno scelto di eliminarlo dalla lista degli ingredienti scrivendolo in modo chiaro sulla confezione. Ma non è il solo al quale dobbiamo fare attenzione. Gli oli vegetali, che hanno sostituito i grassi trans anch’essi eliminati dalla maggior parte dei prodotti, possono essere altrettanto nocivi. Essi infatti una volta riscaldati rilasciano delle sostanze tossiche come le aldeidi cicliche, che sono altamente infiammatorie e possono indurre malattie cardiache ed Alzheimer. Inoltre gli oli vegetali possono essere stati ricavati da materie prime geneticamente modificate ed essere stati quindi contaminati con il glifosato. Questi sono solo alcuni esempi delle sostanze contenute nei prodotti confezionati a cui fare attenzione. Sicuramente sarebbe meglio scegliere prodotti freschi, ma se questo risulta qualche volta difficile, deve diventare una buona abitudine, “perdere” qualche minuto in più a leggere le etichette, per portare in tavola prodotti di qualità.
SIMONA CAVALLARO
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