Pino Daniele. Da Radio Napoli City al grande successo
La morte improvvisa e prematura di Pino Daniele ha suscitato commozione e tristezza nell’opinione pubblica, nel mondo della musica e tra i fan del cantautore. Nei giorni seguenti alla sua scomparsa, in tanti hanno ripercorso la carriera dell’artista napoletano attraverso ricordi e aneddoti di una lunga stagione musicale. In particolare, i primi passi musicali di Pino Daniele, a metà degli anni settanta, rimangono indissolubilmente legati all’avvento sul territorio napoletano delle prime radio libere. Una di esse, Radio Napoli City, nasce in un appartamento al Rione Alto nel dicembre del 1975 dall’incontro tra i sue due fondatori, Elio Ferrara (artista e pittore) e Nando Coppeto (produttore ed editore musicale).
“Nei primi anni settanta – ricorda Coppeto – cominciai a frequentare lo studio di pittura di Elio che si trovava al Rione Alto. Elio era anche un appassionato radioamatore e così la sera, sulla frequenza 27 mega herz del baracchino, iniziammo ad improvvisare dei piccoli spettacoli. Ci ispiravamo al modello di “Alto gradimento”, trasmissione radiofonica che spopolava in quegli anni”. Quell’esperienza amatoriale, intrapresa quasi per gioco, si trasforma ben presto in qualcosa di più serio: grazie ad un trasmettitore rudimentale, nel dicembre del 1975, Radio Napoli City inizia le trasmissioni che vengono ascoltate fino a Palermo. In quegli anni in Italia non c’è ancora una legge che regolamenta la radiofonia e così, nel 1976, l’allora ministro delle telecomunicazioni Gava ordina il sequestro delle radio libere. La Polizia postale arriva anche al Rione Alto e sequestra tutte le apparecchiature. “Non tutti i prefetti però – racconta Coppeto – diedero seguito al decreto ministeriale, così ci spostammo nella zona del Vesuvio dove fittammo una piccola stanza dalla quale riprendemmo le trasmissioni. Ogni sera eravamo costretti a smontare tutte le apparecchiature, che erano custodite dalla proprietaria dell’immobile, e a rimontarle poi il mattino successivo. Una gran fatica…”. Qualche tempo dopo però una sentenza della Corte Costituzionale, che sancisce il principio della liberalizzazione dell’etere, consente il dissequestro delle radio libere e Radio Napoli City può finalmente tornare nella sede originaria. Intrattenimento, musica, impegno politico e approfondimento caratterizzano la programmazione dell’emittente radiofonica. Molto spazio viene dato alla musica napoletana e alla sperimentazione, con il lancio di nuove proposte e nuovi talenti. Tra questi c’è anche Pino Daniele i cui primi provini vengono trasmessi da Radio Napoli City incontrando, fin da subito, il gradimento del pubblico.
“Pino veniva da una famiglia umile e senza grandi mezzi economici -spiega Coppeto. Era cresciuto in casa di alcune zie dove raccontava di avvertire la presenza di quella bella ‘mbriana che canterà poi in uno dei suoi indimenticabili pezzi”. Daniele comincia a frequentare l’appartamento del Rione Alto in cui ha sede l’emittente: si mostra molto rigoroso e allo stesso tempo dotato di grande ironia. Quando si presenta in radio per la prima volta tende la mano a Coppeto con un sorriso sornione.
“Piacere, Daniele Giuseppe, ragioniere…”. Con il tempo viene coinvolto nella realizzazione delle sigle della radio vomerese che accompagna con i suoi magistrali giri di chitarra. “Al mattino – ricorda Ferrara – mandavamo la registrazione delle trasmissioni della sera precedente. Pino mi chiamava sistematicamente da Pianura, dove registrava, lamentandosi del fatto che il segnale di Radio Napoli City era molto debole. Dovevo convincerlo a posizionare più in alto la radio in modo da percepire meglio il segnale….”. Dall’emittente radiofonica vomerese vengono lanciate in quegli anni anche le registrazioni degli sketch dei “Sadici Piangenti” (Benedetto Casillo e Renato Rutigliano) e le prime uscite del trio “La Smorfia” di Massimo Troisi, che troverà poi definitiva consacrazione all’interno del varietà televisivo “Non Stop”. Nel tempo sono ospiti ai microfoni della radio vomerese Alberto Lupo, Patty Pravo, I Ricchi e Poveri, Eugenio Bennato e tanti altri protagonisti del mondo della musica e dello spettacolo. Sono incuriositi dell’esperienza delle radio libere, un mondo a loro sconosciuto in una stagione segnata ancora dal monopolio televisivo e radiofonico della Rai. “Invitammo in radio Nino Taranto per una diretta con gli ascoltatori – racconta Coppeto. Andai a prenderlo in macchina al Parco Grifeo, dove abitava qui a Napoli. Arrivati in via Tasso mi disse che avevamo sbagliato strada, convinto com’era che fossimo diretti agli studi Rai di Fuorigrotta….Quando si parlava di radio in quel periodo era impensabile immaginare un’alternativa alla Rai…”. Alla fine degli anni settanta i tempi, anche per il mondo della radiofonia, cambiano bruscamente. Nell’etere cominciano ad entrare emittenti con potenti mezzi economici alle spalle che finiscono col soppiantare le gloriose radio libere. Inizia, insomma, l’era delle radio commerciali e dei network e così anche Radio Napoli City, nel 1978, è costretta a chiudere i battenti e ad arrendersi all’avanzata dei nuovi colossi radiofonici. “Solo oggi dopo quaranta anni- conclude Ferrara- ci rendiamo conto di essere stati dei pionieri dell’emittenza radiofonica. All’epoca agivamo d’istinto senza comprendere fino in fondo l’importanza di ciò che stavamo facendo”.
Di seguito in foto da sinistra: Elio Ferrara, Alberto Lupo, Nando Coppeto e Rodolfo Parlato.
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