Edicole, quale futuro?
Molti si sono accorti delle tante edicole chiuse a Napoli. Qualcuno darà la colpa alla crisi devastante che ha investito tutti i settori commerciali, ma, oltre a questo aspetto, peraltro determinante, a una disaffezione alla lettura, c’è anche un altro fattore noto soltanto agli addetti ai lavori. Gli edicolanti di Napoli, per i giorni 8, 9 e 10 febbraio, avevano proclamato uno sciopero contro il sistema distributivo di editori, distributori nazionali e locali, denunciando un sistema che impone la tenuta forzata di pubblicazioni presso le edicole con quantitativi stabiliti univocamente dalla distribuzione molto lontani dal venduto reale. Tale stato di cose, costringe alla chiusura le edicole che non hanno possibilità di sostenere il costo notevole che l’edicolante deve versare, in sostanza si è tenuti a pagare settimanalmente e in anticipo, pubblicazioni mensili ricopertinate, riciclate e una stragrande maggioranza di testate che non hanno una richiesta reale. Qualcuno dirà che abbiamo diritto a restituire gli invenduti, ma il problema nasce dal mancato rispetto del piano di ottimizzazione previsto da un accordo nazionale. La distribuzione infatti, continua a inviare quantitativi a sua discrezione, drenando di fatto capitali dalla rete di vendita. Il Prefetto di Napoli per evitare una ripercussione sul diritto di informazione del cittadino, ha convocato le parti il primo febbraio, e le ha invitate a trovare un’intesa al fine di ridurre i costi di gestione degli edicolanti. A tale scopo ha chiesto la costituzione di una cabina di regia tra le organizzazioni sindacali e la distribuzione locale al fine di individuare quelle pubblicazioni di difficile vendita, e al tempo stesso invitando gli edicolanti a revocare lo sciopero.
Allo stato attuale sono ancora in corso le consultazioni ed è fondamentale un accordo definitivo in tempi rapidissimi, prima che altre edicole siano costrette a chiudere.
ALDO ESPOSITO
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