“Game over”, il teatro dell’assurdo
Uno spazio piccolo, raccolto, accoglie gli spettatori di “Game Over” per portarli non solo davanti alla scena, ma per farli diventare parte di essa. Il teatro “Quartieri Airots” ha ospitato dal 27 al 29 gennaio, e in replica il 18 e 19 febbraio, lo spettacolo “Game Over”, riadattamento de “Il Calapranzi” di Harold Pinter, di e con Sergio Savastano e Federico Torre con la partecipazione di Gabriele Basile e Bruno De Filippis. “Il Calapranzi” è un testo teatrale del 1957 di un atto unico che, nonostante sia di sessant’anni fa, risulta molto moderno con tematiche terribilmente attuali. Sergio Savastano e Federico Torre interpretano due uomini diversi tra loro legati non solo dal “lavoro” di sicari ma anche dal destino. I due si incontrano in un luogo angusto dove sono stati chiamati a svolgere un compito. Durante tutto l’atto si percepisce il forte senso di attesa dei due protagonisti, costretti a restare l’uno accanto all’altro in un’atmosfera claustrofobica e snervante. In “Game Over” sono presenti i tratti anche comici del teatro dell’assurdo, tipici dei lavori pinteriani. L’opera si conclude con un inaspettato e coinvolgente colpo di scena. Sergio Savastano e Federico Torre ci hanno raccontato di “Game Over”.
Come nasce l’idea dello spettacolo “Game Over”?
Federico:”Io parto dalla recitazione cinematografica-televisiva e Sergio molte volte ha cercato di convincermi a portare qualche opera a teatro, cosa che in passato ho fatto, ma preferisco le immagini in movimento. Poi lui mi parlò di un testo di Pinter per due, “Il Calapranzi”, la storia di due killer londinesi che crediamo siano realmente esistiti. Dopodiché abbiamo cominciato a studiare il testo”.
Sergio: “Siamo partiti da “Il Calapranzi” classico poi, seguendo la nostra vena autoriale, che già ci ha portato a fare una sit-com andata on line nel 2007, abbiamo cominciato a cambiare la situazione attualizzandola, ripensando anche ad alcuni suicidi riportati in questi anni dalle cronache, tra cui quello del maresciallo dell’Aeronautica militare, Parisi, importante testimone della strage di Ustica, ritrovato impiccato a pochi giorni dalla sua testimonianza ma i suoi piedi toccavano per terra…”
Federico: “Abbiamo scritto, riscritto e cancellato perché non ne volevamo fare una commedia, ma abbiamo lasciato comunque dei tratti comici altrimenti l’opera sarebbe stata troppo pesante”.
Per quanto tempo avete lavorato alla creazione di “Game Over”?
Sergio:”Ci abbiamo lavorato per circa un anno, ma tre mesi sono stati di lavoro definitivo”.
Federico:”In questa produzione abbiamo fatto gli attori, i costumisti, abbiamo sistemato le luci insieme al tecnico, insomma è un’opera homemade. È stata la stessa produzione di “Dispersi” che facemmo un po’ di tempo fa in cui due malavitosi, inviati nello spazio su un razzo cinese da un boss napoletano, si perdono nell’universo perché non lo sanno pilotare”.
Quanto c’è di cinematografico in “Game Over”?
Sergio: “L’idea che volevamo dare era proprio quella cinematografica. Abbiamo cercato di dare la visione di un telefilm, cercando di coinvolgere gli spettatori anche senza farli interagire. Il posto poi è stato un’ispirazione per la creazione del testo, Quartieri Airots è stato fondamentale per la realizzazione”.
Federico: “Con la vicinanza alla scena gli spettatori possono cogliere i respiri degli attori, il loro sbattere le palpebre, il perché dei gesti, tutte cose che si possono avere solo con i piani ravvicinati del cinema. In un teatro più grande lo spettacolo non si sarebbe potuto fare”.
Progetti per il futuro?
Sergio: “Beh, dopo le prime tre serate al Quartieri Airots si sono aggiunte due repliche e probabilmente non finiremo qui. Potrebbe esserci un sequel di questo spettacolo da qui ad un anno”.
Federico: “Poi potrebbe esserci anche un lavoro cinematografico, forse… Ricordiamoci che la cultura è fatta da tanti aspetti e da sperimentazioni, non è più solo il teatro di De Filippo. Oggi si fanno tante cose, andate tutti a vedere i nuovi progetti”.
Claudia Buonfanti
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