Lite in un negozio del Vomero sul diritto di recesso
Una donna che litiga con il dipendente di un negozio di elettronica del Vomero. I toni ben presto si fanno accesi. L’uomo risponde male, sicuramente non in maniera educata e forse nemmeno corretta. Al centro della discussione l’acquisto da parte della donna, accompagnata dalla figlia, di un cellulare dal prezzo di 859 euro. Lo stesso giorno dell’acquisto, però, la donna si rende conto che il cellulare comprato non è compatibile con la scheda sim (quella che consente di telefonare) in quanto lei ne ha una di diverso tipo, straniera. Dunque, non trovando nel negozio un modello compatibile con la sua scheda, la donna chiede la restituzione dei soldi sostenendo, inoltre, che la colpa dell’errato acquisto sia di chi gli ha venduto lo smartphone senza chiarire bene che non era compatibile con quel tipo di scheda sim. La risposta del dipendente del negozio di elettronica, però, è negativa: “Signora, le facciamo un buono che può spendere quando vuole”. La cliente, ovviamente, ribatte in maniera critica: “Scusi, ma quando spendo 859 euro in questo negozio?”. “Mi dispiace, non possiamo farci nulla”, replica il negoziante con tono acceso. “Non è vero, esiste il diritto di recesso lo sa?”, spiega la donna. Il dipendente sostiene che non è vero e la diatriba va avanti per le lunghe fino alle promesse di adire le vie legali da parte della donna. Chi ha ragione? Diamo uno sguardo alla normativa.
Al di là della sua generica e consolidata natura civilistica, il Codice del Consumo ha riconosciuto al consumatore, per i contratti conclusi a distanza e fuori dai locali commerciali, il diritto di recedere unilateralmente dal contratto stipulato per l’acquisto di beni e servizi. Il diritto di recesso consiste nella facoltà concessa al consumatore di poter unilateralmente sciogliere il vincolo contrattuale restituendo il bene acquistato (o revocando l’ordine) e conseguentemente ottenendo la restituzione del prezzo pagato.
Questa forma di recesso unilaterale presenta connotati assolutamente singolari e non comuni alle ordinarie categoria disciplinate dal codice civile, secondo cui, viceversa, salvo i casi di inadempimento, il recesso è possibile solo ove entrambe le parti di un contratto sia d’accordo.
Operata questa breve premessa, è opportuno preliminarmente individuare i casi ed i limiti in cui è possibile esercitare il diritto di recesso, come disciplinato e previsto dal Codice del Consumo.
Ambito di applicazione: il diritto di recesso può essere esercitato solo in relazione ai contratti di compravendita di beni o servizi, conclusi a distanza, ovvero fuori dai locali commerciali, tra consumatore e professionista, e solo dal primo nei confronti del secondo, non viceversa. Per consumatore si intende la persona fisica che agisce per scopi estranei all’attività imprenditoriale o professionale eventualmente svolta. Per professionista deve intendersi, invece, la persona fisica o giuridica che agisca nell’esercizio della propria attività commerciale imprenditoriale o professionale. Il venditore deve sempre farsi carico dell’obbligo di comunicare al consumatore la facoltà di esercitare il diritto di recesso.Il diritto di recesso è irrinunciabile e non assoggettabile a penali o limitazioni. Il suo esercizio non è limitato alle ipotesi di giusta causa, poichè il consumatore può esercitare il diritto di recesso senza essere tenuto a fornire alcuna spiegazione circa i motivi e le cause per cui intende sciogliere il contratto. Ogni clausola contraria, eventualmente presente, sarebbe da considerarsi nulla.
Termini: il diritto di recesso può essere esercitato dal momento della conclusione del contratto fino a dieci giorni dopo il ricevimento della merce. Nel caso in cui il professionista non abbia soddisfatto, per i contratti o le proposte contrattuali negoziati fuori dei locali commerciali gli obblighi di informazione il termine per l’esercizio del diritto di recesso e’, rispettivamente, di sessanta o di novanta giorni e decorre, per i beni, dal giorno del loro ricevimento da parte del consumatore, per i servizi, dal giorno della conclusione del contratto.
Come si esercita il diritto di recesso: il diritto di recesso si esercita con l’invio entro il termine di dieci giorni di una comunicazione scritta alla sede del professionista mediante lettera raccomandata con avviso di ricevimento. È possibile inviare la comunicazione, entro lo stesso termine, anche mediante telegramma, telex, posta elettronica e fax, a condizione che sia confermata mediante lettera raccomandata con avviso di ricevimento entro le quarantotto ore successive.
Nella raccomandata è sufficiente inserire i propri dati, quelli relativi all’ordine e all’acquisto effettuati, comunicando l’intenzione di recedere dal contratto, con l’intimazione di restituire il prezzo pagato entro il termine tassativo di 30 giorni. Qualora nell’informativa riguardante il diritto di recesso o nell’offerta di vendita o nelle clausole di contratto, ciò sia espressamente previsto, il consumatore può esercitare il diritto di recesso procedendo alla diretta ed immediata restituzione del bene, senza l’onere della preventiva comunicazione.
ALESSANDRO MIGLIACCIO
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