CAOS IN VIA ANIELLO FALCONE: MOVIDA VIOLENTA
Movida violenta, caos e aggressioni in via Aniello Falcone
I gestori dei locali: pronti a collaborare
I residenti: situazione insostenibile denunceremo i locali fuorilegge.
La movida partenopea si tinge di rosso. Liti, accoltellamenti, risse e aggressioni sono all’ordine del giorno anzi, della notte, nei fine settimana. Troppo Spesso i ragazzi terminano la serata con gli amici nei pronto soccorso della città. I vertici istituzionali sono stati costretti dalle circostanze a convocare, presso la Prefettura, il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. Al termine del vertice il sindaco de Magistris ha annunciato la preparazione di un’ordinanza specifica sul tema che parte dal patto di convivenza civile siglato quasi un anno fa, per far rispettare il diritto alla quiete dei residenti e quello al divertimento dei clienti dei locali. L’ Ordinanza vedrà la luce entro il 7 novembre, “Resta fondamentale il supporto delle forze dell’ordine nelle attività di controllo e di prevenzione – precisa de Magistris – ma noi faremo la nostra parte per contribuire a rasserenare il clima”. Al Vomero l’allarme è scattato a via Aniello Falcone, storico punto di riferimento dei giovani partenopei che affollano i baretti godendo di un panorama mozzafiato. Qui la situazione rimane tesa. Prima dell’estate un comitato di cittadini “per la quiete pubblica” organizzò un sit-in di protesta contro il caos notturno generato dalla movida. Subito dopo l’estate, si sono registrate le prime schermaglie tra i frequentatori dei “baretti” e i residenti. Una battaglia a colpi di insulti e schiamazzi da un lato, secchiate d’acqua e lancio di uova dall’altro. L’escalation, tanto prevedibile quanto violenta, è culminata con l’aggressione, a metà ottobre, ai danni di uno dei coordinatori del comitato anti-movida di via Aniello Falcone. Un episodio grave sul quale stanno indagando le forze dell’ordine per verificare come siano andati i fatti. La vittima è stata colpita più volte da tre persone, tra le quali anche uno dei gestori di un locale che era stato multato dopo un controllo della Polizia Municipale. Pochi giorni dopo, un altro gruppo di ragazzi ha fatto irruzione nello stesso edificio bussando con violenza alle porte e devastando il citofono. Difficile dire se si sia trattato di una ritorsione contro l’ennesimo lancio di acqua e uova da parte dei condomini spazientiti. Sta di fatto che questo episodio ha contribuito a portare la tensione ai massimi livelli. Gli umori tra i residenti sono cupi. Di questo tema si parla poco e malvolentieri. “Ci vorrebbe l’esercito – esordisce uno dei coordinatori del sit-in di giugno che chiede di mantenere l’anonimato alla luce delle recenti aggressioni – capisce cosa vuol dire intere notti passate in bianco? Molti di noi sono anziani e ci sono anche numerosi casi di persone allettate che hanno perso il diritto alla tranquillità anche in casa loro”. Addentrandosi nei parchi di fronte ai giardinetti il leitmotiv è sempre lo stesso. “Per carità non mi fotografate e non pubblicate il mio nome – ammonisce un’insegnante di rientro dalla sua giornata di lavoro – ho due ragazzi che tutte le sere tornano a casa e devono superare queste orde di barbari; questa non è vita! Si picchiano, litigano, si rivolgono in maniera arrogante se solo osi alzare lo sguardo”. Dal canto loro i gestori dei locali, coordinati dal presidente dell’associazione baretti via Aniello Falcone, Aldo Maccaroni, manifestano la disponibilità a collaborare per trovare una soluzione, ma rispediscono al mittente le accuse di una loro diretta responsabilità. “Non possiamo di certo gestire l’ordine pubblico all’esterno dei nostri locali; quando possiamo invitiamo i clienti a non esagerare, ma non è compito nostro vigilare su ciò che accade fuori”. Sul piede di guerra l’avvocato Gennaro Esposito, che ha coordinato il primo incontro ufficiale di tutti i comitati cittadini per la quiete pubblica. “Abbiamo aperto una conferenza manifestando solidarietà ai residenti di via Aniello Falcone, lì si respira aria intimidatoria. Ci aspettavamo dall’incontro in prefettura almeno un provvedimento del questore per quell’area. Ci è stato promesso che si intensificheranno i controlli per limitare il caos. A Napoli non c’è più movida ma attività di prevaricazione e violenza che restringe sempre più la libertà dei residenti. Tutti chiedono quale può essere un compromesso, ma qui parliamo di livelli minimi di convivenza civile. E poi un compromesso su cosa? Sulla violazione della legge? Bisogna partire dal rispetto delle regole. Noi indicheremo strada per strada quali sono gli esercizi commerciali fuorilegge, e abbiamo elaborato un questionario da somministrare agli studenti per verificare l’uso di alcoolici tra minori. La ricetta per via Aniello Falcone? Basterebbe chiudere i locali per qualche mese per mettere fine a questa vicenda. Capirebbero che ci sono delle regole che vanno rispettate e si adeguerebbero”. Le posizioni restano distanti. Un tentativo di mediazione è stato effettuato dalla V Municipalità che ha approvato un ordine del giorno nel quale si propone la chiusura dei locali non oltre le ore 2.00 nei giorni di lunedì, martedì e mercoledì; il divieto di vendita di alcolici da asporto dalle ore 22.00; l’istituzione di un senso unico di marcia il venerdì, sabato e domenica dalle ore 22.00 fino alle 3.00 del mattino nei mesi di giugno, luglio e settembre. Basterà? Si vedrà nei prossimi giorni, in attesa del 7 novembre, data della nuova ordinanza del Comune.
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