Vomero e Arenella: il business del sesso a pagamento
Vomero ed Arenella ed il fiorente business del sesso a pagamento.
Anche in tempi di recesso economico, il mercato del sesso a pagamento sembra non conoscere crisi, anzi si presenta ai nostri occhi con un’insolita vitalità. Investire su questo genere di “servizi”, nel prossimo futuro, potrebbe rivelarsi un’ottima trovata imprenditoriale. Ironia a parte, in molti paesi europei la prostituzione (quella riconosciuta dallo stato), e tutto ciò che le ruota intorno, è diventato un vero e proprio business. A tal proposito è interessante quanto accade a Dortmund in Germania, dove l’imprenditrice Evelyn Schwearz, dopo l’acquisto di undici bambole in silicone di diverse tipologie, ha fondato il primo “Bordoll” d’Europa. Settanta euro l’ora per divertirsi con una bambola, una trovata bizzarra, ma che sembra riscuotere consensi da parte di uomini e donne.
Volendo ridimensionare il discorso e prendendo come riferimento luoghi a noi più vicini, possiamo affermare che anche la V Municipalità ha il suo fiorente e pruriginoso giro d’affari. Non a caso, già nel maggio del 2015, una nostra inchiesta portò alla luce l’impressionante numero di escort operanti tra i quartieri Vomero ed Arenella.
Ora, dopo due anni, ci siamo resi conto che nulla o quasi nulla è realmente cambiato. Adottando lo stesso metodo di ricerca usato in precedenza, ossia facendo una attenta ricerca su web, siamo riusciti a reperire e selezionare una lunga lista di annunci riguardanti l’offerta di prestazioni sessuali a pagamento. Ovviamente dobbiamo segnalare che le informazioni che riporteremo di seguito potrebbero subire cambiamenti nel corso dei giorni. Questo perché le “operatrici” del sesso, generalmente sono itineranti. Cambiano città o quartiere ogni settimana e raramente restano stabili in un luogo.
Attualmente, rispetto a tre anni fa, abbiamo registrato un lieve calo di presenze: dalle precedenti trenta escort siamo scesi ad una ventina scarsa. In maggioranza si tratta di ragazze con meno di trent’anni di differenti nazionalità. Le più attive nel quartiere sono di origine brasiliana, seguite da russe, ungheresi e moldave. Non mancano le italiane che, però, restano una minoranza e legate, viste le tariffe esose, ad una tipologia di clienti differente dalle altre. In leggero aumento è, invece, la presenza di transessuali.
In media i prezzi per singola prestazione da trenta minuti, oscillano dai 50 ai 100 euro, mentre per l’intera ora la cifra richiesta si aggira intorno ai 200 euro. Ovviamente questi sono prezzi base per un rapporto “classico”, ma possono aumentare vertiginosamente, qualora si volesse richiedere alla ragazza una performance più particolare. Infatti su ogni annuncio, è possibile consultare una lunga lista di servizi offerti. Si va dalla GFE o meglio girlfriend experience (simulazione di un rapporto di coppia), alle sottomissioni, umiliazioni ed ai giochi di ruolo.
In forte crescita è il settore dei massaggi erotici, ed anche in questo caso la lista delle prestazioni è molto fantasiosa: massaggio con il corpo nudo, massaggio tantrico, massaggio lingam kundalili e massaggio a quattro mani ed orale.
Ancora una volta risulta difficile restare impassibili di fronte ad un così consistente giro di denaro. Soldi non tassati che, con molta probabilità, vanno a rimpinguare non solo le tasche di chi, per scelta o per necessità, ha deciso di vivere prostituendosi, ma anche di chi indirettamente specula su questa attività. Infatti, se non fosse chiaro, non stiamo parlando di prostituzione di strada, ma di prostituzione svolta all’interno di piccoli appartamenti. Quasi sempre gli stessi, dal 2015 ad oggi. Vale la pena porsi qualche domanda prendendo atto delle informazioni appena date.
Se le escort cambiano zona di lavoro ogni settimana e le case d’incontro, invece, sono sempre le stesse, è probabile che ci sia alle spalle un’organizzazione che reindirizza le ragazze nelle varie case d’appuntamento e che ne permette il conseguente fitto. Ora, se il fitto del locale fosse a nero, si tratterebbe quindi di una percentuale settimanale sul lavoro svolto dalla ragazza e quindi di sfruttamento.
Queste case del piacere sono diffuse sul territorio, più di quanto si immagini: da Via Mario Ruta a Vico Cacciottoli, da Via Kerbaker a Via Bonito o Via Giacinto Gigante. Si tratta quindi di un fenomeno che meriterebbe sicuramente una maggiore attenzione istituzionale.
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