Esce Dopera di Dope One
DOPERA è il primo disco solista del rapper Dope One, al secolo Ivan Rovati De Vita, che dopo anni passati tra live, contest e freestyle, finalmente incide il suo primo progetto discografico pubblicato dalla Jesce Sole, un’etichetta indipendente e lungimirante, made in Naples sempre pronta a scommettere su giovani talenti. Dope one, un personaggio a cavallo tra old school e new school, più che essere uno “spararime” è uno “spara stile”, spesso malamente e inutilmente imitato. Dope One, malgrado la sua giovane età si aggiudica la posizione di caposcuola del rap partenopeo. Con Dope il rap cambia colore e diventa internazionale ma ricco di tradizioni.
In DOPERA, Dope One ha radunato un po’ di amici che hanno impreziosito il progetto con la loro presenza. Tra questi l’esperienza, il talento e il flow di nomi come: 99 Posse, Sangue Mostro, Clementino, Jovine, ‘A67, Wena, Musteeno, Dario Sansone, Paolo Caverna e il gruppo di capoeira Vulcao. Mentre i producers che hanno fatto pulsare di vita le rime nate dalla penna di Dope sono: Iceone, , Ciccio Merolla, Nazo, Oluwong, BreakStarr, The Essence, Fid Mella, Beatmates, Sonakine, Frank Sativa, Dj Impro, Dj Apoc, Sodo Studio.
Nei suoi testi Dope racconta continuamente le sue sensazioni rispetto ai fatti della vita, non dando soluzioni ma esprimendo al cento per cento le emozioni che prova di volta in volta. Si potrebbe definire il pittore del rap.
“Esame” il singolo dell’album beneficia di un video girato da due giovani registi, Dario Cotugno e Claudia D’Angelo, allievi della scuola FILMaP Dietro questa scelta c’è la volontà precisa da parte della produzione e dell’artista di dare la possibilità a giovani di poter esprimere il proprio talento e nello stesso tempo affacciarsi nel mondo del lavoro grazie a nuove esperienze professionali piuttosto che rivolgersi a registi affermati. Il set scelto per il videoclip “ESAME” sono le aule dell’Itis Galileo Ferraris di Scampia in cui il rapper si muove un po’ maldestramente tra provette colorate cercando, come un moderno alchimista, nuove rime pronte ad esplodere come una mitragliatrice di suoni e colori. La scelta della scuola di Scampia non è un caso, ancora una volta Dope One, attento al suo territorio e alle periferie difficili, spesso etichettati con il solito stereotipo di luoghi di confine conosciuti solo per i fatti di cronaca, vuole mettere l’accento sulla speranza che partendo dai giovani, dalla scuola, dalle periferie, qualcosa puo’ e deve cambiare. In questo caso la macchina da presa diventa un’arma, proprio come il rap per guardare al futuro con gli occhi pieni di colore, allegria e ironia.
Abbiamo Incontrato Dope One che tra una chiacchiera e un free style ci ha raccontato il suo DOPERA:
Dopo anni di battle, di collaborazioni , jam session e freestyle finalmente il tuo primo disco da solista. Come un pittore del rap hai finalmente esternato la tua opera d’arte Dopera. Raccontaci la genesi di questo progetto.
“Dopo quattro progetti con i miei “colleghi”-fratelli, avevo il bisogno di creare un progetto tutto mio. Ho iniziato a farmi mandare dei beats,e un po’ alla volta creavo il mood di ogni traccia. Ne abbiamo prodotte 24,ma con la dovuta scrematura evoluta dopo validi ragionamenti e criteri, ne abbiamo lasciate solo 17. Sotto la supervisione di Andrea “O’Luwong Esposito”, che ha curato mix e master, ho creato sound e rime. E’ vero che mi sono evoluto su certe cose ma sono rimasto sempre il solito Dope One, figlio della strada e impegnato nel sociale. Un Militante”.
Collaborazioni importanti e grossi nomi che hai radunato in Dopera . C’è un pezzo di storia del rap napoletano in questo disco. Fuori i nomi e un aneddoto legato ad ogni singola traccia.
“In Dopera ho chiamato degli amici a farmi della buona compagnia. Ci sono i 99 Posse in”Libertad”, la storia di Napoli che canta della liberta’ che diminuisce sempre di più rispetto ad un governo che non ci ascolta. Ci sono i Sangue Mostro in “Mood Designer” che camminano al mio fianco in questo viaggio metaforico. Siamo gli architetti delle rime, progettiamo beats che sono le fondamenta solide atte a reggere le rime che scriviamo. C’e’ Clementino in “No politician”. Il titolo già parla di se. Gli A67 in “ Elettroshock”, rap e rock fusi per ricordare le vittime degli abusi di potere da parte delle forze dell’ordine. C’è Dario Sansone dei Foja in “Non toccare il cane”. Noi due spieghiamo che difendiamo ciò che amiamo e siamo pronti a mostrare i denti come dei cani randagi. Il grande Ciccio Merolla che ha prodotto interamente “Rint’a ‘ st’anema” e infine Valerio Jovine in”Your wish”,traccia che dedichiamo a tutte le persone che non perdono mai la speranza. Inoltre il disco è interamente impreziosito da musicisti come Massimiliano Jovine al basso ,Lino Pariota alle tastiere e Michele Acanfora alla tromba”.
C’è anche un video che sta spopolando in rete, è “Esame” il videoclip del primo singolo dell’album. Girato in una scuola di Scampia da due giovani registi della FilmaP di Ponticelli. Scampia e Ponticelli due quartieri difficili che però anche grazie al tuo video possono essere finalmente guardati con occhi diversi. Non è un caso. Raccontaci di più.
“Per “Esame” abbiamo scelto dei posti normalissimi. Strumentalizzati dalla stampa e dalle tv, questi posti sono sempre sulla bocca di tutti. Sembra quasi una moda, Siccome le mode non ci interessano, mostriamo alle persone la solarità di Napoli. Amo Napoli e ogni luogo è magico per dei motivi che solo chi ci vive può capire. Mi fa piacere se l’Italia intera guarda il mio video e da uno sguardo alla vera realtà”.
Com’è avvenuto l’incontro con la “ Jesce Sole” l’ etichetta indipendente che ha prodotto il tuo primo disco?
“L’incontro con la Jesce Sole è nato inizialmente da un rapporto di stima e amicizia. Con il passare del tempo questi legami si sono rafforzati sempre di più. E così subito ho pensato alla Jesce Sole come unica realtà capace di soddisfare il mio spirito libero e creativo. Avevo il disco pronto e proposi all’etichetta di ascoltarlo. E la mia fortuna è stata quella di aver fatto un disco che ha colpito la Jesce Sole, la quale ha riscontrato sincerità e attitudine in Dope One, sia come persona che come mc”.
Il primo disco rappresenta un traguardo importante per un musicista ma è allo stesso tempo un punto di partenza. C’è qualcuno in particolare a cui dedichi questo tuo primo disco? E quali sono i progetti legati alla sua promozione?
“Diciamo che questo è il primo disco solista,ma complessivamente è il quinto. La mia speranza è una sola: aiutare la mia famiglia. Per iniziare finalmente a poter pensare ad un futuro tutto mio. Non ho mai speculato sul nome del rap, dell’ Hip Hop, di Napoli. Ho mantenuto quel rispetto che avevo 20 anni fa quando ho iniziato a fare rap, a 12 anni”.
Manuela Ragucci
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