Tra le luminarie vomeresi, presenti in via Scarlatti, c’è anche la figura di una pastiera che però gli operai hanno montato sottosopra. Le luci sono state montate al contrario per cui si nota che la crosta è rivolta verso il basso e la fetta tagliata della pastiera sembra cadere nel vuoto. Per fortuna non cade sui passanti trattandosi di una luminaria e non di una reale megapastiera gigante. Ecco il problema di chiamare ditte non napoletane. . Non sanno neanche come è fatta la pastiera! Un po’ di attenzione in più avrebbe evitato l’errore. Ma, del resto, l’attenzione è un lusso se si parla di “cosa pubblica”. Non è tanto importante se la pastiera è montata nel verso giusto, sia chiaro, quanto il fatto che questo sia l’ennesimo segno di una improvvisazione che non ci deve essere a Napoli. Che si tratti del Vomero, dell’Arenella o di qualsiasi altro quartiere della città, è giusto e doveroso che i cittadini ricevano il massimo. La perfezione. Servizi che funzionano, operai che lavorano bene e con cognizione. Possibile che nessuno abbia notato, mentre gli operai la montavano, che la luminaria-pastiera fosse al contrario? È come se uno, a casa sua, montasse un lampadario sottosopra. Chi lo farebbe? Nessuno. Ognuno ripone il massimo dell’attenzione sulle sue cose personali ma quando si esce dal guscio della propria casa, si ha la tendenza a diventare incivili e strafottenti. A non prendersi cura degli spazi pubblici né a rispettare gli altri. E questo è uno dei mali endemici della nostra amata Napoli. Che non è la città che racconta Saviano (che la demonizza ma non la vive e non la conosce bene a giudicare da ciò che ha affermato di recente) ma che invece di aspettare i miracoli di San Gennaro, dovrebbe darsi da fare. Il miracolo lo deve compiere ogni cittadino.

Alessandro Migliaccio

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