L’editoriale: Il segreto del successo
La vita è troppo bella e troppo corta per fare cose o stare con persone che non ci rendono felici. Se la pensate anche voi come me, allora, potrete capire perché dedico questo spazio, in questo numero di febbraio, ad uno dei temi che più mi stanno a cuore e di cui spesso discuto con amici che sentono di non avere più entusiasmo nelle cose che fanno, nel lavoro così come nella vita privata. Ebbene, l’entusiasmo non finisce. Viene solo nascosto dalla polvere che si annida tutti i giorni nelle nostre vite attraverso situazioni in cui siamo costretti a recitare un ruolo, ad indossare una maschera. L’entusiasmo è possibile ritrovarlo. Basta lottare per essere sempre se stessi in ogni cosa che si fa. Questo, a mio avviso, è importante non dimenticarlo mai. Perché alla lunga, ciò che ci toglie entusiasmo è proprio il fare un lavoro che non ci soddisfa o ripaga appieno nella valorizzazione delle nostre abilità e nei nostri talenti naturali o acquisiti così come frequentare persone o immergersi in situazioni che non ci permettono di esprimere davvero ciò che siamo, nella nostra individualità, con le nostre particolarità. Non fatevi trascinare nelle scelte, nelle cose da fare, date il vostro parere, seguite le vostre convinzioni. Tutti sbagliano. Almeno avrete sbagliato con le vostre idee e non con quelle degli altri. Alla base di ogni nostra azione, io credo, o c’è una forte motivazione oppure vi è uno stato di passività-pigrizia che ci porta a pensare che la cosa che stiamo facendo non ci porterà alcun beneficio o non soddisferà alcun bisogno nostro. Sto parlando di quella forza in grado di farti alzare presto dal letto la mattina o di farti rimanere incollato facendoti sentire pesante come un macigno. La motivazione. Il termine “motivo”, infatti, deriva da muovere: ciò che ci spinge, che suscita a fare, un impulso. Motivazione significa quindi lo stimolo che porta all’azione. Un obbiettivo da raggiungere, un desiderio da realizzare, un bisogno da soddisfare, chiamalo come vuoi. “Le persone non sono pigre, hanno semplicemente obiettivi poco stimolanti”, sostiene Antony Robbins. La pigrizia non esiste, è solo mancanza di motivazione, di stimolo. Infatti non si può dire a una persona di metterci più grinta nel fare le cose se non gli si da uno stimolo in più. Anzi, dicendo a qualcuno che è pigro, svogliato, lento o molle non si fa altro che fargli credere di esserlo veramente, rafforzando in lui l’idea di essere pigro, creando una certa idea di se, una credenza. Tu sei ciò che pensi e credi di essere. Questo per il meccanismo delle suggestioni inconsce. Quando ti capita di rimandare una cosa da fare, ad esempio una telefonata importante, lo fai perché ti provoca “dolore”, perché tu hai associato inconsciamente dolore ad essa, ad esempio potresti aver associato uno stato emotivo di ansia, e quindi procrastinando (rimandando) eviti il dolore. Dunque, le cose a cui colleghi piacere e dolore indirizzano le tue azioni, motivandoti ad agire verso il piacere e via dal dolore. Il trucco è associare piacere, ossia trovare dei vantaggi per te, con quello che devi fare. Pensa per esempio a qualsiasi cosa che non hai mai voglia di fare ma che per qualche motivo esterno devi fare e concentrati sui vantaggi che essa ti porterà, o sulle cose negative che ti farà evitare. Vedrai che cambierai totalmente il tuo punto di vista su qualsiasi situazione. Sei motivato quando hai una meta da raggiungere e associ piacere ad essa. Ma che cos’è che lega tutti i modi interpretare la motivazione ad agire? L’Emozione. Termine che deriva da “movere”, cioè smuovere e aggiunge forza alla parola “azione” alla quale è unita. Perché smettere di fumare? Perché iniziare a dimagrire? Perché decidere di cambiare un aspetto della propria vita? Per agire devi raggiungere quella che viene chiamata soglia emotiva, ovvero un’emozione, negativa o positiva, così grande da spingerti ad agire. Quindi la voglia di fare nasce quando c’è un obiettivo che genera un’emozione abbastanza grande. Per cui la chiave per avere una buona motivazione all’azione, evitare la pigrizia e la svogliatezza, è quella di avere un desiderio che ti appassiona, che ti da l’energia necessaria ad agire, che ti fa associare piacere alle tue azioni anche se sono apparentemente noiose. Qualsiasi cosa tu voglia raggiungere, devi “averla bene in mente”, prima di trasformarla in realtà. In questo modo creerai un immagine solida nella tua mente. Il cerchio si chiude: se fai cose che non ti gratificano, anche per tutto l’oro del mondo, non avrai gli stimoli e l’entusiasmo giusti. E col passare del tempo, il ripetersi di quelle azioni ti farà sentire annoiato, demotivato, fino al punto di odiarle. E, come detto, la vita è troppo bella e troppo breve per passarla a fare cose che ci rendono infelici. Prendete in mano le vostre vite e costruite il vostro successo. Non pensate agli altri: verranno loro da voi ad applaudirvi.
di Alessandro Migliaccio
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