L’equilibrio fra movida e residenti
Scaduta l’ordinanza, si attende il nuovo provvedimento comunale
La Movida continua a porre l’Amministrazione locale dinanzi al contemperamento tra libertà economica e vivibilità. Dopo l’accoltellamento di due giovani in piazza Vanvitelli lo scorso dicembre, i residenti hanno chiesto argini all’invasione notturna. La situazione rischiava lo stallo, se fosse scaduta l’ordinanza sindacale, che dallo scorso 17 novembre limitava, per 6 mesi, l’orario dei baretti in alcune strade. Ad evitare ciò è intervenuto il Sindaco de Magistris, prorogando al 31 maggio 2018, l’ordinanza n.1202, che ha confermato, in alcune zone a maggior concentrazione, l’obbligo di chiusura entro le 2 nei giorni feriali ed entro le 3 nel weekend, e limitando la vendita di bevande d’asporto, e annunciando l’adozione di un nuovo provvedimento per i primi di giugno. Aldo Maccaroni (associazione “Notti Napoletane”) osserva che “pur capendo le ragioni dei residenti, contestiamo le posizioni esasperate”. Invero, le norme europee impegnano gli Stati membri alla liberalizzazione degli orari. “Contestiamo le restrizioni sull’uso del vetro”. Infatti, nell’ordinanza, è vietato “vendere per asporto qualsiasi bevanda in contenitori di vetro e/o lattine dalle 24 alla chiusura”. Secondo gli esercenti, non è la stessa cosa servire del vino in un bicchiere di plastica rispetto ad un calice, senza rischiare sviamento di clientela. Circa gli assembramenti fuori ai locali, “le occupazioni di suolo pubblico son legittime, purché rispettino autorizzazioni e tributi”. Gli esercenti interessati da restrizioni lamentano contrazione del giro d’affari. Intendono rispettare l’ordinanza, auspicando però generalizzazione dei divieti e dei limiti di orario, per eliminare ingiuste disparità coi locali situati a pochi passi, che conservano discrezionalità nell’orario di chiusura. Inoltre, negano collegamenti con Baby Gang e violenza di strada, in quanto osservano scrupolosamente il divieto di servire bevande alcoliche ai minori.
Per i residenti, l’avv. Gennaro Esposito, fondatore del comitato “quiete pubblica e sicurezza”, esprime moderata soddisfazione, benché alcuni video documentino ancora, durante le restrizioni, intasamento, frastuono e consumo di bevande. I residenti lamentano contrazione dei valori immobiliari e difficoltà a reperire acquirenti ed affittuari. Il termine “movida” nacque a Barcellona, come moto di gioia alla fine della repressione franchista. Proprio la Capitale Catalana, osserva Esposito, “ha vietato il consumo di bevande all’esterno dei locali”. Altresì, secondo i residenti, le sanzioni inadeguate “giungono ad invogliare a pagarle, piuttosto che a rispettare le norme”. Per questo Esposito richiama quanto deciso a Torino dal Sindaco Appendino, che ha inasprito le sanzioni fino a € 20.000, sospendendo l’attività e limitando l’orario in caso di reiterazione. Per i residenti, l’eccessiva permissività nel rilascio delle licenze ha causato l’espansione indiscriminata dei Baretti in zone residenziali. Per questo il Comitato invoca la misura introdotta a Firenze dal sindaco Nardella, che ha vietato per alcuni anni l’apertura di nuovi bar. Del resto, “gli esercenti hanno tutto da perdere da una concorrenza sempre più nutrita”.
Marcello Ricciardi
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