Liceo Sannazaro: una storia fatta di cultura
La scuola diventò base militare durante le 4 Giornate
Compie 80 anni il liceo Sannazaro, ma solo come lo conosciamo oggi nell’attuale sede in via Puccini.
E già, perché, la sua nascita si fa risalire all’arrivo al Vomero, nel 1919, di una sezione distaccata del Vittorio Emanuele aperta in fretta per i figli dei napoletani andati a vivere in collina.
Volendo diventare autonomo, il “Regio Liceo Ginnasio” apre poco dopo nel palazzo di via Morghen, ad angolo sulle scale di via Cimarosa, prendendo il nome di “Jacopo Sannazaro”, poeta e umanista napoletano. Gli alunni in quegli anni si moltiplicavano velocemente come gli abitanti del giovane quartiere, così nel 1933 si decide di costruire un edificio più grande: l’attuale sede di via Puccini, appunto, che fu inaugurata il 28 ottobre 1938. Ma la sua vita fu presto sconvolta dai venti di guerra.
La storia del liceo si intreccia con la storia del quartiere e di tutta la città. Nei suoi corridoi sono passati, è vero, tanti libri e tanti giovani.
Ma anche armi, eroi, munizioni e sangue, perché il Sannazaro è stato base militare, pronto soccorso e camera ardente dei caduti nelle Quattro giornate di Napoli.
È qui che si riuniscono le prime assemblee insurrezionali. Nel quartiere aveva preso il comando delle operazioni di resistenza il settantenne professore Antonino Tarsia in Curia.
I suoi studenti si erano subito fatti avanti per dargli una mano, non avevano neanche la maggiore età.
Nel loro liceo organizzano il centro della sommossa contro i tedeschi. Può essere difficile immaginarlo ora, ma lì dentro, tra i banchi temporaneamente accatastati, vengono nascoste le armi e portati i primi feriti.
Poi i morti adagiati nel cortile interno. Gli Alleati utilizzano la sede del Sannazaro come ospedale militare.
Dall’ottobre ‘45, restituito ai napoletani, l’edificio di via Puccini torna ad essere scuola. Sarà negli anni successivi il liceo, per esempio, di Tito Livio e Gerardo Marotta, Luciano De Crescenzo e Mimmo Di Francia autore di alcune delle canzoni di Peppino Di Capri come “Champagne”. E poi politici, medici, ingegneri, professori, giornalisti, giudici. Impossibile nominare tutti gli ex allievi illustri del Sannazaro. Ma in tanti si sono rincontrati di recente grazie alle iniziative del professore Salvatore Niccoli che ha costituito l’Associazione culturale e che ha contribuito a realizzare i libri sulle “Memorie del Sannazaro” voluti dall’ex preside Maria Carla D’Allocco. Libri che “testimoniano, attraverso i ricordi degli alunni, una continuità di idee e valori fil rouge di un istituto che ha rappresentato, da sempre, per la città una sede storica – scrive l’ex preside – un luogo di cultura ed educazione e nell’immaginario collettivo anche qualcosa di più”.
Carla Mannelli
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