Quando in edicola si correva a comprare le “figurine”
Chi tra i meno giovani non ha il ricordo di quando da ragazzo si dirigeva presso la propria edicola par acquistare le “figurine” o per spulciare le notizie sui quotidiani esposti. Ricordi che oggi rivivo tra me e i miei clienti come per rituffarsi in un passato pieno d’emozioni dei bei giorni andati che riportano a una gioventù fatta di semplicità e parole.
Dico “parole” perché nel 68 era l’unico sistema per comunicare, poco telefono e quindi cresciuti con la cultura del parlare, del riunirsi e chiacchierare su una panchina, cosa che oggi è difficile da vedere.
Io amo il mio lavoro proprio per questa particolarità, il comunicare. L’edicola nel corso degli anni si è trasformata, quella che una volta era un piccolo chioschetto con poche riviste e meno quotidiani, in un centro servizi che oltre alla vendita di “giornali” offre tante altre cose, ma rimane sempre e comunque un punto di riferimento, quasi un ritrovo. Nelle mattine invernali quando le strade sono ancora buie e deserte, da lontano si osserva quel punto illuminato che da una sensazione di sicurezza, di protezione, sapendo che lì ti aspetta una persona semplice e gentile pronta a darti il buongiorno e assicurarti un sorriso, ed è quello che da piacere a questo lavoro.
Per questo mettiamo un “cuore tra la carta”, con i clienti ci “rubiamo” piccoli momenti di rilassamento, anche se si va di fretta uno scambio di parole c’è sempre, si parla di sport, di politica e fatti vissuti, seguendo sempre quel percorso naturale che ci ha regalato la voglia di parlare, che ripeto, forse un dono che abbiamo noi giovani vecchi, quelli nati e vissuti in un’epoca di protesta e contestazione dove nulla era dato per scontato, e ogni piccola cosa si assaporava come una conquista dal dolce sapore di vittoria.
Oggi a tanti, forse a troppi giovani tutto questo manca, cè poca voglia o poca necessità di conquistare qualcosa e ancor meno il gusto di parlare, comunicare. I ragazzi tra telefonino e internet con i suoi social network si ritrovano con centinaia d’amici ma soli dietro una fredda tastiera, negandosi la realtà che Il piacere di vivere è fatto anche di piccole cose.
Aldo Esposito
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