Bioplastiche e Sviluppo sostenibile
di Vittoria Vittoria professore ordinario di chimica
“Uno sviluppo in grado di soddisfare i bisogni della generazione presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri”: così, in sintesi, è stato definito lo sviluppo sostenibile in un rapporto delle Nazioni Unite nel 1987. Per la prima volta, in occasione della Conferenza di Rio de Janeiro (1992) su ambiente e sviluppo, la comunità internazionale ha riconosciuto la necessità di individuare azioni da avviare nella direzione dello sviluppo sostenibile. La sostenibilità dello sviluppo richiama la necessità di coniugare tre dimensioni fondamentali e inscindibili: Ambientale, Economica e Sociale. La sostenibilità, declinata nell’ambito ambientale, comporta lo studio, la ricerca e la realizzazione di processi e prodotti che riducano al minimo le conseguenze negative di carattere ambientale, sia immediate che proiettate nel futuro.
Uno dei problemi ambientali sempre più sentito negli ultimi decenni è quello dell’utilizzo massivo della plastica ottenuta dal petrolio, che ha tempi di degradazione lunghissimi e che viene riciclata ancora troppo poco. Questo comporta che almeno 8 milioni di tonnellate di plastica finiscano in mare ogni anno, trasformando i nostri mari nella più grande discarica del mondo e costituendo, in prospettiva, un pericolo anche per la salute umana.
La ricerca scientifica e industriale negli ultimi decenni si è pertanto orientata verso lo studio e la produzione di Bioplastiche, che hanno la caratteristica di essere biodegradabili e compostabili. Il concetto di bioplastica si applica dunque a quei prodotti che nel fine vita garantiscono la loro riciclabilità organica certificata nei diversi ambienti (per esempio: compostaggio, digestione anaerobica, suolo). Le bioplastiche attualmente sul mercato sono composte principalmente da farina o amido di mais, grano o altri cereali.
Oltre ad essere biodegradabili, hanno il pregio di rendere fertile il terreno sul quale vengono depositate. In conclusione un grande passo in avanti verso la chimica verde per lo sviluppo sostenibile.
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