Un gioiello del XVII secolo
La Cappella templare di Santa Maria Porta Coeli
Il quartiere Vomero Arenella non smette di sorprendere con le ricchezze storiche che nasconde. A vico Molo alle Due Porte all’Arenella, infatti, c’è un’antica, e poco nota, cappella del XVII secolo, detta di Santa Maria Porta Coeli e di San Gennaro, un piccolo gioiello storico-artistico, fatto erigere da Isabella Di Costanzo, nipote di Giovan Battista Della Porta. I sotterranei della cappella nasconderebbero un segreto, cioè una grotta, luogo di accesso ad un intricato sistema di cunicoli che continuerebbero, secondo gli speleologi, fin dove un tempo era collocata la Villa estiva di Giovan Battista Della Porta, oggi del tutto scomparsa. La scoperta archeologica e il ritrovamento in essa di simboli magici-esoterici impressi sulle pareti, con decori ornamentali, fanno supporre che, in quei luoghi nascosti e misteriosi, si celerebbero i resti della perduta Accademia dei Segreti di Giovan Battista Della Porta, celebre scienziato, letterato e alchimista. L’Accademia fu chiusa nel 1580 per ordine di Papa Gregorio XIII perché sospettata di occuparsi di occultismo. Grazie alle recenti opere di manutenzione e restauro, la Cappella si presenta in discrete condizioni generali. Mostra sulla facciata un’antica lapide dalla quale si apprende che fu fatta costruire da Isabella Di Costanzo nel 1664 per evitare ai braccianti del borgo la lunga discesa verso la città per ascoltare la messa. Al suo interno, un pavimento a scacchiera esalta l’armoniosità del luogo e una meravigliosa tela di Pacecco De Rosa (Napoli 1607-1656) domina sull’altare: “San Gennaro intercede presso la Vergine per la salvezza di Napoli” che ricorda il miracoloso prodigio che arrestò l’eruzione del Vesuvio del 1631. Al centro della Cappella una grande lastra di vetro rende visibile la zona sepolcrale sottostante. Nella cripta, luogo di sepoltura della Famiglia Di Costanzo, sono collocate la tomba settecentesca dell’ultimo dei discendenti della nobile famiglia dei Di Costanzo, il duca Francesco Maria, e tre sarcofagi gentilizi gotici, più antichi della Cappella stessa. Da una lapide si apprende che si tratta di tre sepolture, quella di Ludovico e Luigi Di Costanzo, vescovi di Pozzuoli, e del milite Giovannello, fratello di Ludovico, tutti deceduti fra il Trecento e il Quattrocento e traslati, da Pozzuoli, terra d’origine dei Di Costanzo, nella Cappella all’Arenella, per volere della famiglia. I Di Costanzo detennero il patronato della Cappella fino al 1760, anno di morte dell’ultimo dei discendenti, il duca Francesco Maria. Poi fu donata alla Deputazione del Tesoro di San Gennaro e da questi, nel 2016, la cappella viene data in custodia ai fratelli Cavalieri Templari di Jacques De Molay, i quali si sono fatti carico del restauro e della messa in sicurezza del sito. Riportare alla luce i resti archeologici del proprio territorio, significa non solo riappropriarsi della propria memoria storica e collettiva, ma anche educare alla bellezza e alla cura dei luoghi.
Ersilia Di Palo
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