Uno Studio-casa all’insegna dell’arte
La giovane studentessa d’arte, Camilla Mazzella, da questo numero di Vomero Magazine, cercherà di trasportarci nel panorama artistico della nostra città, supportata dalla toponomastica e soffermandosi su retroscena e storie inedite ed originali, che hanno contribuito alla crescita, sociale e culturale del Vomero.
C’è stata una stagione fra le più vive e partecipi della cultura napoletana, ai primi anni sessanta. Quando Paolo Ricci riuscì a mettere insieme un folto e qualificato gruppo di intellettuali intorno alla rivista Vomero. Un’operazione che fu possibile grazie al prestigio e all’autorevolezza di don Paolo, come lo chiamavano gli amici. Giornalista, scrittore, critico d’arte, ma anche pittore di talento, Ricci godeva della stima e del rispetto dell’intera sinistra napoletana. Da Valenzi a Napolitano. L’idea di dar vita ad una pubblicazione che segnasse una svolta nella pigra borghesia vomerese, era nata in una serie d’incontri nel suo mitico studio di Villa Lucia dove ospitò anche intellettuali, poeti e artisti di fama internazionale, come Paul Eluard, Nazin Hikmet, Pablo Neruda. Un percorso magico che da via Cimarosa porta a ridosso del Corso Vittorio Emanuele. Qui Paolo aveva il suo ancoraggio. Un luogo dello spirito, più che un’ambiente fisico, dove produrre idee, scrivere, dipingere, esporre con chiarezza e onestà le proprie idee, anche se non condivise. Perché questo fu Paolo Ricci nei suoi rapporti con Luigi Compagnone, Domenico Rea, Michele Prisco, Luigi Incoronato. Un intellettuale pronto a mettere in discussione se stesso, sempre. Il gruppo, fra scontri e scaramucce, portò avanti la pubblicazione per quasi cinque anni, con larghi consensi non solo di pubblico, ma anche da parte di chi non ne condivideva il “taglio” ideologico. La ragione era da ricercarsi nella dirittura morale del suo direttore e nella levatura dei collaboratori. Poi, come ogni iniziativa lontana da finalità mercantili, la rivista concluse il suo percorso. Questa locandina è una preziosa testimonianza della pubblicazione al tempo di Paolo Ricci. La nostra Vomero ricalca quella testata. E questo è un segno di sicuro auspicio.
Camilla Mazzella
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