NELSON: LA MUSICA DAL MARE DI MERGELLINA ALLA COLLINA DEL VOMERO
IL CANTAUTORE NAPOLETANO premiato AL FESTIVAL DEL CINEMA DI VENEZIA
Alessandro Nelson, vomerese di adozione, dopo aver vinto nel 2014 il David di Donatello per la migliore canzone originale con „A verità“, ha raccolto quest’anno importanti premi alla settantaquattresima mostra cinematografica di Venezia con il film “Ammore e malavita” e con il corto “La recita” di Guido Lombardi; inoltre il sindacato giornalisti cinematografici ha attribuito al cantauore napoletano il premio Pasinetti. Dai suoi testi emerge malinconia e poesia e con sincerità si è raccontato.
Nelson il 2017 è un anno importante, ricco di meritati successi. Come sta vivendo questo momento?
Lo vivo sapendo che aver scelto di fare canzoni per lavoro! E‘ come aver preferito l’altalena allo scivolo. In un attimo e senza aver raccolto pienamente i benefici di quello che hai fatto, ti ritrovi a dover ripartire come se mai niente fosse accaduto.
Sono contento per quel che è successo, ma so di dover ancora lavorare molto per restare quanto più tempo possibile dalla parte anteriore dello steccato.
Con i Manetti Bross aveva già vinto nel 2014 il David di Donatello. Il vostro è un rapporto che funziona bene.
Ai Manetti devo tantissimo. Sono persone di grande intelligenza artistica e pragmatica. Registi geniali e persone perbene. Sono stati i primi a vedere in me qualità e a credere che potessi essere utile al loro cinema. Gli sono molto grato. Nel tempo siamo diventati amici. Infatti, spesso, li porto in giro al Vomero con me, al Burnin’, di cui sono proprietario insieme a Roberto Marseglia e Claudio Mottola. Spero che un giorno si decidano a girare un film al Vomero, e’ una realtà molto interessante di Napoli, poco conosciuta in Italia e su cui aleggiano strane convinzioni pregiudiziali.
Com’è nata, invece la collaborazione con il regista Lombardi?
Guido Lombardi ed io ci annusavamo da tempo. Finalmente siamo riusciti a lavorare insieme a “La recita”, che ha vinto il premio Migrarti alla scorsa edizione del Festival di Venezia. Tutto è nato quando Lombardi venne a bere una cosa al mio locale e parlammo dell’eventualità di scrivere qualcosa per il suo film. Mi inviò la sceneggiatura e io gli mandai la canzone “Non devi avere paura”. Gli piacque e la inserì nel film. Mi piacerebbe lavorare ancora con lui e forse succederà visto che mi ha appena inviato una nuova sceneggiatura. Dipende da quanto saprò capire di che cosa ha bisogno.
Per „Ammore e malavita“ ha composto 15 brani. Quale è il suo preferito?
Ho scritto le liriche di 15 canzoni e sono legato ad ognuna di loro. Non si fa distinzione con i figli, e chi lo fa, non e’ un buon padre.
Lei ha frequentato il liceo Pansini e lavora al Vomero.
Sono nato a Largo Sermoneta, tra Posillipo e Mergellina e mi sono trasferito al Vomero ancora bambino, dopo qualche escursione negli Stati Uniti, dov’era mio padre. Ho frequentato le scuole al Vomero e quindi molti miei amici sono di qui; mi potrei definire un vomerese di adozione anche se comunque sono molto legato anche a Mergellina dove posso sentire forte l’odore del mare. Del quartiere Vomero ho rispetto lo ritengo infatti un quartiere operoso che ha saputo superare la crisi lavorando ed è forse per questo che ho scelto di lavorarci e viverci.
Ma torniamo agli inizi, al 1998 quando ha scritto tre canzoni per Luca Sepe.
Luca e’ il „responsabile“ principale del mio lavoro come autore di canzoni. Siamo legati da reciproca stima e affetto. Con lui e con Valerio Iovine abbiamo frequentato insieme le scuole, suonavamo in giro e per un periodo di tempo abbiamo anche preso casa insieme. Sognavamo di fare gli artisti, ognuno di noi aveva una sua caratteristica. Io scrivevo! Poi le nostre strade si sono separate. Nel 1998, poi Luca è andato al Festival di Sanremo e mi ha chiamato per scrivere i testi di alcune sue canzoni ed è così che ho esordito nel professionismo. Oggi ognuno di noi, anche se in modo diverso da come l’avevamo immaginato, è riuscito a realizzare il proprio sogno.
Sta lavorando alla registrazione del suo terzo album (dopo Robin hood e Outsider n.d.r.) può darci qualche anticipazione?
Il disco nuovo è prodotto da Gnut, un fratello per me. Un grande cantautore. Mi sono fatto guidare dall’istinto. Avevo bisogno di lui. Outsider e stato prodotto da D-Ross, che e’ un altro grande produttore di Napoli. Sono fortunato ad aver lavorato con entrambi.
L’album si chiamerà Pipistrelli, perché sono gli animali più simili ai musicisti, gli unici mammiferi che volano, escono quasi solo di notte e si orientano con i suoni, come noi. Non hanno delle vere ali, ma questo lo spiego nel disco che uscirà a gennaio.
Lei ha un figlio ed ha un rapporto speciale con sua nonna. Quale ruolo ha la famiglia nella sua arte compositrice.
Nel disco c’e’ una canzone per mio figlio che si chiama “Ragazzo mio”, ed e’ una citazione di Tenco. Ho voluto con questo testo dare alcuni consigli a mio figlio quando crescerà, ora ha quattro anni, ed anche ai giovani, partendo dal mio vissuto.
Per quanto riguarda mia nonna non basterebbe un libro. E’ una donna cinica che mi ha insegnato il romanticismo. Un paradosso tipico. Da piccolo pregavo perchè morisse dopo di me, ora che ha 99 anni non me lo auguro più, ma mi godo ogni momento con lei che è stata la mia seconda madre, una figura molto importante nel mio percorso di vita.
Sogni e obiettivi futuri?
Il mio sogno è continuare a sognare. Voglio continuare a fare questo lavoro, comporre, fare dischi e concerti per un pubblico sempre più vasto e continuare a lavorare nel mondo del cinema.
di Claudia Prezioso
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