Quando tuo figlio a scuola tace il mutismo selettivo
l mutismo selettivo è un disturbo che fa la sua comparsa nella prima infanzia (1-3 anni), in età prescolare. Il bambino a casa parla normalmente mentre in altri contesti è muto oppure parla solo con i bambini ma non con gli adulti, etc. Spesso i bambini con mutismo selettivo sviluppano una grande capacità di utilizzo della comunicazione non verbale (mimica facciale, gestualità, etc); altre volte al contrario appaiono rigidi nei movimenti, sguardo evitante, mancanza di sorrisi. In poche parole il bambino parla normalmente almeno in un contesto mentre in altri, dove ci si aspetta lo stesso comportamento, invece resta muto. Questo particolare della selettività è fondamentale per lo specialista per discriminare da altre patologie; vanno quindi esclusi anche altri disturbi che coinvolgono lo sviluppo linguistico (dalla balbuzie all’autismo, al ritardo mentale, etc).
Purtroppo spesso i primi a sottovalutare il problema sono i pediatri (“state tranquilli, gli passerà, è solo timidezza”) e anche i familiari frequentemente sminuiscono il problema, ritardando sempre di più la possibilità di intervenire precocemente e con risultati soddisfacenti. La sottostima del problema comporta che il bambino, una volta che fa il suo ingresso a scuola, si trovi con un disturbo già presente da diverso tempo e le difficoltà del soggetto aumentano sempre più.
Cosa si può fare se ci si trova davanti ad un quadro del genere?
Vanno assolutamente evitate punizioni (che aumentano l’ansia e i sintomi), promesse (“se parli ti faccio un regalo”) e forzature varie. Bisogna invece stimolare la comunicazione non verbale (simboli, cartellini, gesti) per renderlo più sicuro di sé e la relazione con l’altro, soprattutto con i coetanei.
Le evidenze cliniche suggeriscono, purtroppo, anche che le persone più vicine al bambino sono anche quelle che contribuiscono, inconsapevolmente, al persistere del disturbo. Gli insegnanti si aspettano che tutti i bambini partecipino alle attività e la loro attenzione è rivolta proprio a chi non partecipa (l’ultima cosa che vuole il bambino con mutismo selettivo è essere al centro dell’attenzione).
Solitamente l’intervento è strutturato su tre livelli: individuale, familiare e scolastico e quanto più è precoce tanto più si può arrivare ad un miglioramento della capacità di comunicazione nei diversi contesti. Una cura miracolosa non esiste, ma un lavoro strutturato e cooperativo tra famiglia, scuola e altri contesti sociali permetterà al bambino di emergere dal suo stato d’ansia.
LUCA PIZZONIA – PSICOLOGO PSICOTERAPEUTA
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